Magistrati contro Salvini: «Quando un atto gli è sgradito, siamo degli ignoranti»
L’Associazione Nazionale Magistrati ha replicato alle parole durissime pronunciate ieri sera dal ministro degli Interni Matteo Salvini, adirato per la decisione del gip Alessandra Vella di non convalidare l’arresto della comandante 31enne della Sea Watch 3, Carola Rackete.
“Ancora una volta, commenti sprezzanti verso una decisione giudiziaria, disancorati da qualsiasi riferimento ai suoi contenuti tecnico-giuridici, che rischiano di alimentare un clima di odio e di avversione, come dimostrato dai numerosi post contenenti insulti e minacce nei confronti del gip di Agrigento pubblicati nelle ultime ore”, ha detto attraverso una nota la Giunta Esecutiva Centrale dell’Anm.
La capitana tedesca, fino a ieri pomeriggio ai domiciliari, è adesso libera. E il vicepremier leghista, durante una diretta Facebook, ha tuonato: “Mi vergogno di chi permette che in questo Paese arriva il primo delinquente dall’estero e disubbidisce alle leggi e mette a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro.
Se stasera una pattuglia intima l’alt su una strada italiana chiunque è tenuto a tirare diritto e speronare un’auto della polizia. Pessimo segnale signor giudice”. E ancora: “Se qualche giudice vuole fare politica si tolga la toga e si candidi con la sinistra in Parlamento”. Salvini arriva quindi a invocare una riforma della giustizia.
Uno sfogo che i magistrati ritengono inopportuno: “Quando un provvedimento risulta sgradito al ministro dell’Interno, scatta immediatamente l’accusa al magistrato di fare politica.
Appare poi estremamente grave – dicono dall’Anm – la prospettazione di una riforma della giustizia finalizzata a selezionare i magistrati in modo che assumano esclusivamente decisioni gradite alla maggioranza politica del momento”.
I giudici, nei tribunali e nelle corti, “applicano le leggi interpretandole secondo la Costituzione e le norme sovranazionali. Questo è il loro dovere in uno Stato di diritto e in una democrazia liberale e – conclude la nota – costituisce ineludibile garanzia per la tutela dei diritti e delle libertà di tutti i cittadini”.
Al momento, secondo quanto fa sapere il Viminale, rimane aperto il provvedimento di allontanamento dall’Italia per la comandante tedesca, disposto dal prefetto di Agrigento. Tale provvedimento però dovrà prima essere convalidato dall’autorità giudiziaria, e ciò non avverrà prima del 9 luglio, quando la capitana verrà sentita dalla procura di Agrigento per l’altro reato per cui è indagata, e cioè per ‘favoreggiamento dell’immigrazione clandestina’. (Fanpage)