L’orribile agonia di Desirèe, violentata fino a morire: il racconto dei testimoni
L’unico tentativo che hanno fatto per salvare la vita a Desirée, è stato somministrale «acqua e zucchero, poi quando hanno visto che stava diventando cianotica la hanno messa su un divano, dopodiché moriva». E’ il racconto choc di una delle persone presenti all’interno dello stabile abbandonato di vai dei Lucani, a San Lorenzo. Il racconto è riportato nel decreto con cui la procura di Roma ha disposto il fermo di tre immigrati, accusati di omicidio e violenza sessuale di gruppo.
Altri dettagli gli fornisce Noemi Cometto, ascoltata in Questura dagli agenti della Squadra Mobile il 24 ottobre. «Desirèe è stata violentata per divertimento da quattro adulti dopo avere assunto eroina». Ha fatto i nomi di due di loro: «Pako e Ibrahim». Pako è Mamadou Ghara, 27 anni, il primo a essere fermato, tre giorni fa. Agli agenti che lo ammanettavano avrebbe fatto alcune parziali ammissioni. Un tentativo di ritagliarsi un ruolo marginale nella vicenda: «Conoscevo Desirée, avevamo una storia, mi aveva detto di essere più grande, di avere 22 anni». E ancora: «Sì, abbiamo avuto un rapporto sessuale, ma non l’ho stuprata. Quando sono andato via era ancora viva». Le stesse parole le potrebbe ripetere nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip se non deciderà di avvalersi della facoltà di non rispondere.
È il teste Di Leo a fare le dichiarazione più pesanti: «Un giovane africano di cui non ricordo il nome mi ha confidato che lui si trovava dentro al capannone… avrebbe visto Desirèe deceduta con gli abiti strappati. Mi diceva che alla sua presenza la giovane si è sentita male quindi le hanno dato acqua e zucchero. Poi, visto che diventava cianotica veniva adagiata su un devano e moriva». Un altro dei presenti ha detto agli inquirenti di essere entrato «all’interno dello stabile, ho sentito una ragazza che piangeva e urlava frasi. “Voi l’avete uccisa, voi l’avete violentata” e si rivolgeva a tre uomini chiamandoli per nome: Pako, Sisko e Ibrahim». Ha anche detto di avere visto una ragazza che «sembrava dormire» su un piccolo letto, semicoperta «alla presenza di 5 o 8 persone di varia nazionalità oltre ai tre già detti».
Dopo, i tre «con molta fretta andavano via. Pako portava una borsa in spalla, uno degli altri aveva con sè una valigia». Sul cadavere della ragazza il medico legale ha trovato anche un segno compatibile con una bruciatura di sigaretta ma forse precedente. Nel decreto di fermo i pm scrivono che Desirée sarebbe stata «prima drogata e poi sottoposta a ripetuti rapporti sessuali non consenzienti». Come provato anche da «varie lesioni riscontrate sul corpo e sulle parti intime». Dodici ore di agonia che l’avrebbero portata alla morte. Gli indagati avrebbero «anche impedito il soccorso della ragazza ad altre persone presenti cagionandone così la morte». Per i pm le modalità del delitto sono «efferate».
(Leggo.it)