Gli hanno spezzato le gambe, fratturato le dita, spento sigarette sul petto, conficcato una lama nel collo.
Marco Cestaro, il 17enne morto ufficialmente ‘suicida’ due anni fa a Villorba (Treviso) sarebbe stato vittima di un omicidio preceduto da una crudele sequela di torture per mano di più persone.
È l’agghiacciante ricostruzione emersa dalla perizia di parte realizzata dai medici legali nel caso del diciassettenne di Villorba.
I fatti, innanzitutto. Marco viene ritrovato agonizzante nel pomeriggio del 13 gennaio sui binari della ferrovia della cittadina di Villorba, dove viveva, morirà tre giorni dopo in ospedale. Le apparenze sono quelle di un gesto volontario, sembrerebbe che Marco si sia buttato sotto le ruote di un treno in corsa.
Sotto la superficie, però, si nascondono i segnali inquietanti di un gesto violento, che saranno le indagini difensive a mettere in evidenza: “Le lesioni riscontrate sul corpo sono da attribuirsi alla feroce aggressione di un branco – si legge nel documento stilato dai medici nominati dalla famiglia”.