L’Italia a muso duro contro l’Europa: la Manovra non si tocca

14 Novembre 2018 - 9:38

L’Italia a muso duro contro l’Europa: la Manovra non si tocca

L’Italia a muso duro contro l’Europa: la Manovra non si tocca

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha inviato alla Commissione europea la versione rivista del Documento Programmatico di Bilancio (DPB) 2019. Insieme, una lettera di accompagnamento che ne illustra strategia e contenuti. Il nuovo DPB è stato approvato questa sera dal Consiglio dei ministri. Inviato anche il Rapporto sui fattori rilevanti sull’andamento del debito pubblico, come richiesto con la lettera del 29 ottobre scorso.

Peggiora rapidamente Piazza Affari dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib arretra dell’1,6%, sotto i 19 mila punti, mentre lo spread Btp-Bund tocca i 317 punti base, in scia alla linea dura del governo, nella risposta alla Ue. Il rendimento dei titoli decennali italiani sale così al 3,55%. “Il governo – scrive il ministro – conferma l’impegno a mantenere i saldi di finanza pubblica entro la misura indicata nel documento di programmazione, rispettando le autorizzazioni parlamentari. In particolare, il livello del deficit al 2,4% del Pil per il 2019 sarà considerato un limite invalicabile”.

“Pur introducendo misure di sostegno innovative e un’attenuazione ai vincoli per il pensionamento, l’espansione fiscale decisa dal governo resta contenuta alla misura strettamente necessaria a contrastare il rallentamento del ciclo economico”. “Il governo ritiene che le ragioni” dell’impostazione della manovra “mantengano tutta la loro validità anche dopo aver attentamente valutato” i rilievi Ue.

“Per accelerare la riduzione del rapporto debito/pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019. L’obiettivo è la privatizzazione del patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza” e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil “più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno. Poi, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2%del 2017 al 126,0 del 2021”.