La Iena Pablo Trincia ha intervistato alcune di queste vittime, che hanno rilasciato la loro testimonianza. «Ho le cicatrici lungo tutta la faccia», descrive un ragazzo mostrando le ferite. «I miei occhi si stavano sciogliendo, la mia faccia si stava sciogliendo, ma io riuscivo ancora a vedere», racconta un altro uomo. Poi una ragazza che passa alle conseguenze emotive. «Questi attacchi non ti lasciano solo cicatrici sul corpo, ma anche cicatrici nella mente».
I quotidiani britannici hanno portato alla luce il problema dell’espansione del fenomeno intervistando moltissime vittime di attacchi. In particolare l’Indipendent ha ascoltato le parole di Andreas Christopheros, oggi 32enne, che nel 2016 è stato preso d’assalto da un uomo, David Phillips, che ha gettato un contenitore di acido della batteria sul suo volto. In questo specifico caso alla base dell’attacco ci fu un errore di valutazione. Phillips pensava che il signor Christopheros avesse aggredito sessualmente qualcuno che conosceva, ma si sbagliava. «Il dolore era inspiegabile. Niente è paragonabile. Ho capito subito che era acido. La mia maglietta si è sciolta». Ma il giovane non si abbatté, affrontando a testa alta il suo dramma. «Hai a che fare con ciò che hai di fronte e vai avanti. Ho perso un anno della mia vita a 30 anni. È significativo, non ho intenzione di perdere altro tempo, il tempo è prezioso per me».