«L’ho accoltellata alla pancia, poi l’ho finita a bastonate». Così Antonio ha ucciso la sua amante incinta di 3 mesi
“L’ho colpita alla pancia col coltello, lei è scappata, l’ho fatta risalire in auto dicendole che l’avrei portata in ospedale e poi l’ho finita a bastonate, era agonizzante”. Così Antonio Borgia, il 51enne che ha ucciso l’amante incinta di tre mesi, ha descritto ai magistrati l’azione omicida. Ecco la confessione, diffusa da Quarto Grado nella puntata del 29 novembre:
Sono andato a prenderla dicendo a mia moglie che andavo a giocare a carte con gli amici e sono andato a Terrasini. Abbiamo fatto una sosta e lei mi ha fatto un rapporto orale. Ci saremmo dovuti incontrare l’indomani mattina per darle i soldi che mi aveva chiesto non sarebbero stati 3mila euro, ma avevo un cliente che doveva pagarmi e qualcosa le avrei potuto dare.
Mentre aspettavamo il cliente mi ha fatto un rapporto orale. Il cliente non arrivava e allora abbiamo avuto una discussione. Non so cosa mi è scattato ho preso il coltello che avevo in macchina e l’ho colpita alla pancia. Lei è scappata e ha cominciato a chiedere aiuto io sono sceso dietro di lei ero senza pantaloni. L’ho seguita, non credo di averla colpita davanti al cancello dove lei è scappata. Le ho detto che l’avrei portata all’ospedale, che le avrei dato una mano e lei è risalita in macchina.
Sanguinava, io l’ho fatta entrare da dietro e si è distesa. All’altezza del ponte dell’autostrada, mi ha aggredito da dietro, a quel punto mi sono fermato, sono sceso, sono entrato dietro e ho cominciato a picchiarla. Ho usato un altro coltello, quello di prima lo avevo buttato dopo aver dato il primo colpo. Con il secondo coltello, l’ho colpita ripetutamente, ovunque, da tutte le parti, ovunque si girava, poi mi sono rimesso in macchiane e sono ripartito. A quel punto Ana soffriva, non parlava, era molto sofferente.
Ho trovato un bastone per strada poi l’ho colpita in testa per finirla perché era agonizzante. Anzi, ho omesso di dire che lei era scesa dalla macchina, ha cominciato a chiedere aiuto, è passata una macchina. Lei è caduta a terra al centro della statale io l’ho presa e l’ho riportata sul furgone, l’ho rimessa dentro e anziché proseguire per la strada di campagna ho proseguito verso Partinico mi sono fermato dopo un po’ e a quel punto ho preso il bastone e l’ho colpita in testa.
Poi ho ripreso il coltello e l’ho colpita al collo. All’interno del furgone l’ho avvolta dentro una coperta e l’ho trascinata nel terreno poi l’ho ricoperta con del fogliame. Poi sono andato a lavoro ho cercato di non destare sospetti. Ho rovinato la mia famiglia.
I funerali della 30enne si sono svolti giovedì scorso a Partinico (Palermo), dove sono avvenuti i fatti. Per le esequie il comune ha indetto il lutto cittadino e tutto il paese si è stretto intorno alla madre della ragazza, oggi tutrice del su9o figlioletto 11enne. (Fanpage)