La guerra in Medio Oriente giunge al giorno 621, parallelamente in Iran il conflitto raggiunge il quinto giorno di vita: dopo le provocazioni di ieri da parte di Trump, l’Ayatollah Khamenei non sembra voler recedere.
Ieri infatti, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump aveva assunto posizioni molto critiche riguardo il conflitto Israele-Iran. Aveva dichiarato, tramite il social Truth, che l’Iran dell’Ayatollah Khamenei avrebbe dovuto consegnare una resa incondizionata, e che gli USA starebbero per “perdere la pazienza”.
Oggi, in diretta nazionale, Khamenei ha annunciato che l’Iran non intende dichiarare alcuna resa: “La nazione iraniana resiste fermamente a una guerra imposta, così come resisterà fermamente a una pace imposta, e questa nazione non si arrenderà a nessuno”.
Donald Trump, ha invece annunciato che i rappresentanti iraniani avrebbero chiesto una negoziazione alla Casa Bianca. “Hanno suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare. Io non posso andare lì con tutto quello che sta succedendo”. Subito è arrivata però la smentita da parte delle autorità iraniane: “Nessun funzionario iraniano ha mai chiesto di strisciare ai cancelli della Casa Bianca. L’unica cosa più spregevole delle sue bugie è la sua codarda minaccia di “eliminare” la Guida Suprema dell’Iran. L’Iran non negozia sotto costrizione, non accetterà la pace sotto costrizione, e certamente non con un guerrafondaio”.
Intanto i governi italiano e britannico hanno iniziato le pratiche per permettere l’evacuazione ai civili attualmente ad Israele. Tajani infatti ha annunciato su X che nelle prossime ore saranno disponibili voli da Amman per far rientrare tutti gli italiani che volessero lasciare il paese. La preoccupazione più grande per i governi è ovviamente una escalation ancor più grave del confitto.
Fonte: tgcom24