L’ALLARME DI CONFESERCENTI CAMPANIA: «11MILA ATTIVITA’ A RISCHIO CHIUSURA A CAUSA DEL CARO ENERGIA»

28 Agosto 2022 - 6:34

L’ALLARME DI CONFESERCENTI CAMPANIA: «11MILA ATTIVITA’ A RISCHIO CHIUSURA A CAUSA DEL CARO ENERGIA»

Le stime dell’Osservatorio: 40mila i posti di lavoro a rischio.

Il presidente Vincenzo Schiavo: «Urge l’azione già dell’attuale Governo, con tagli a tali spese e sostegno alle imprese.

I costi sono insostenibili per molte attività di ristorazione e alberghiere»

Allarme di Confesercenti Campania: oltre 11mila aziende sono a rischio chiusura e 40mila lavoratori rischiano la

disoccupazione a causa del caro energia. E’quanto emerge dallo studio dell’Osservatorio di Confesercenti della

nostra regione, a corredo delle stime di Confesercenti Nazionale, che prevedono una maxi-bolletta di 11 miliardi di euro per

le piccole e medie imprese di turismo e terziario italiane, costrette ad attutire l’impatto degli aumenti di energia e gas.

Si tratta di un aumento previsto di circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Una stangata insostenibile, che

rischia di mettere fuori mercato 90mila attività in Italia. In Campania l’allarme è rosso, come sottolinea il presidente di

Confesercenti Campania (e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno) Vincenzo Schiavo. «La situazione è molto

complicata: secondo la stima del nostro Osservatorio, tenendo conto anche dei nuovi rincari del costo dell’energia e del gas

attesi purtroppo per ottobre, le attività nella nostra regione a rischio chiusura, entro dicembre, sono ben 11.300. Tremila

ristoranti sui 16mila in totale presenti in Campania rischiano di dover chiudere i battenti, lo stesso dicasi per 6000 bar (sui

30mila esistenti) che potrebbero non riuscire a far fronte a tali spese. Situazione difficile pure nel settore alberghiero:

secondo le nostre stime 300 Hotel (su 1600) e 2000 Bed&Breakfast (su 10mila) rischiano la chiusura entro fine anno. Un dramma

assoluto che coinvolgerebbe, per di più, oltre 40mila lavoratori, che si ritroverebbero da un giorno all’altro

disoccupati, andando forse ad affollare le file del reddito di cittadinanza che dà solo

una speranza di sopravvivenza e non la dignità di un posto di lavoro sicuro».

I numeri sono drammatici, nonostante il boom di turismo in Campania ad agosto e in estate. «I settori della ristorazione e della

ricettività alberghiera sono i più colpiti dal caro bollette. I ristoranti e gli hotel a Napoli e in Campania che raccolgono utili non sono

molti. Solo le attività che stanno facendo il pienone  – avverte Vincenzo Schiavo – possono infatti permettersi di pagare sino a

10mila euro di energia elettrica a fronte dei 2000 euro in media che pagavano prima. Il rincaro del 400% può essere sostenuto a

Napoli, ad esempio, solo dai locali del lungomare o del centro storico. Per tutte le altre attività di zone meno centrali o della

provincia, dove non si sono registrati tali utili, gli imprenditori dovranno compiere una scelta, ovvero se pagare tali spese o gli

impiegati, se far fronte a tali costi energetici mostruosi o sostenere le spese del fitto del locale. Il dilemma diventa tragico quando la

decisione è tra pagare e indebitarsi o chiudere l’attività. E oltre 11mila imprenditori rischiano di essere costretti a chiudere se non interverrà lo Stato».

Il grido d’allarme di Confesercenti Campania si leva, dunque, alto e impetuoso, con lo Stato chiamato assolutamente a

intervenire. «Noi di Confesercenti – spiega il presidente Schiavo – ribadiamo, e lo faremo in tutte le sedi, l’urgenza assoluta della

questione e la necessità stringente gli interventi immediati sia del Governo Draghi uscente che di quello che verrà formato

dopo le elezioni e che, presumibilmente, sarà operativo solo a novembre. Chiediamo con forza che l’attuale Governo compia un’azione immediata, sospendendo o

tagliando tali costi, con sostegni e altri interventi. Senza dimenticare – conclude Schiavo – che a settembre senza bonus ci

sarà anche il caro benzina, oltre ai rincari previsti sulla merce primaria. Per imprese e consumatori si prevede un autunno di crisi nera».

I DATI NAZIONALI. La Maxibolletta di 11 miliardi nei prossimi 12 mesi, +8 miliardi rispetto all’anno scorso, andrà a pesare,

secondo Confersercenti Nazionale, in particolare sulle imprese italiane del comparto della ristorazione, che si

troveranno a spendere – a parità di consumi – quasi 2 miliardi di euro in più (+1.944 milioni), mentre per i bar e le altre attività

senza cucina l’aggravio sarebbe di poco più di un miliardo di euro (+1.045 milioni). Di grande rilevanza anche l’impatto sulla

ricettività alberghiera: per hotel, pensioni e alberghi di piccole dimensioni l’esborso aggiuntivo sarà di oltre 1,5 miliardi di euro (+1.575 milioni). Per i negozi di vicinato,

invece, il caro-bollette costerà 912 milioni di euro in più, mentre l’aumento di spesa per i distributori carburanti italiani sarà di +436

milioni di euro in dodici mesi. I rincari avranno un effetto negativo anche sui consumi. Bollette e inflazione stanno

spingendo le famiglie a ridistribuire il budget, in un quadro condizionato dall’aumento delle spese fisse. La quota di

spesa media mensile impegnata dalle spese di casa e dalle utenze (abitazione, acqua, elettricità e gas), passa dal 37,4% del 2021 al 38% del 2022, e anche l’incidenza della

spesa per trasporti aumenta di 0,7 punti. A farne le spese sono praticamente tutte le altre voci, con diminuzioni registrate da bevande, abbigliamento e calzature,

comunicazione, ricreazione, spettacoli e cultura, persino spese per la salute. “Senza sostegni, il sistema delle piccole imprese

rimarrà schiacciato dall’aumento di costi. Il governo in carica agisca utilizzando tutti i poteri di cui dispone, con interventi mirati anche per le piccole e medie imprese”, ha

sottolineato Patrizia De Luise, Presidente nazionale di Confesercenti.