L’ADDIO A SOFIA, morta a 21 anni: troppa gente per la chiesa, i funerali su un campo di calcio
Sofia Panconi è morta martedì scorso a seguito di meningite da meningococco B dal decorso fulminante. Aveva 21 anni ed era di Castelfranco Piandiscò, in provincia di Arezzo. Il giorno prima si era svegliata con la febbre alta, ma con un antipiretico poi nel corso della giornata la temperatura si era abbassata. La mattina seguente, però, si è svegliata con macchie sulle gambe che hanno convinto i familiari ad allertare il 118.
Trasferita in ospedale, la ragazza è stata sottoposta ad una serie di prelievi che hanno confermato i dubbi dei medici: si trattava di una meningite da meningococco B che, degenerata in sepsi, l’ha uccisa nel giro di poche ore. A nulla, infatti, sono serviti i tentativi effettuati dal personale sanitario per salvarle la vita. I campioni sono stati inviati anche all’ospedale Meyer di Firenze che ha avvalorato l’ipotesi di infezione batterica ed è stata avviata la profilassi per i familiari e gli amici ed è stata anche contattata l’Azienda Usl Centro, visto che la 21enne lavorava in un locale di Figline.
La profilassi per chi è stato a contatto con la ragazza negli ultimi giorni si è conclusa. “La sorveglianza dei contatti è importante per identificare chi dovesse presentare febbre – ha spiegato Teresa Maurello, direttore della U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica della Sud Est – in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione è generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni)”.
La comunità di Castelfranco è rimasta scioccata per la scomparsa di Sofia, che era molto conosciuta in paese dove lavorava come cameriera in un rinomato ristorante del centro storico. “È una tragedia – ha commentato al Resto del Carlino il sindaco Enzo Cacioli – e rivolgo a nome dell’intera collettività la vicinanza alla famiglia per una perdita così grave. Siamo tutti sconvolti”.
I funerali di Sofia Pancoli sono stati celebrati giovedì 18 aprile e c’erano talmente tante persone a volerle dare un ultimo saluto che la chiesa parrocchiale di Santa Maria non è riuscita a contenerle, come riporta La Nazione. Così il sacerdote, don Daniel Jankowski, ha deciso di celebrare il rito all’aperto, nel campetto di calcetto in sintetico che si trova proprio dietro la chiesa nell’Aretino: “Il nostro è un paese colpito al cuore – ha detto don Daniel – e lo testimonia la vostra partecipazione. Siete numerosissimi e la chiesa non sarebbe riuscita a ospitarvi. Vi ringrazio perché siete venuti ad accompagnare Sofia in un viaggio di speranza. Si è addormentata e ora è nella pace di Cristo”.