L’Abidol non è la cura per il Coronavirus: la notizia è una bufala

17 Marzo 2020 - 12:18

L’Abidol non è la cura per il Coronavirus: la notizia è una bufala

Su internet sta circolando il video di un uomo che assieme a un amico si appresta ad acquistare una confezione di Abidol (il nome corretto è Arbidol), pubblicizzandolo come farmaco efficace contro “tutti i coronavirus”.

Nascosto da occhiali da sole e mascherina per non farsi riconoscere, l’uomo sottolinea di trovarsi all’aeroporto di Mosca (mostrando il biglietto aereo alla telecamera) e ricorda che da noi ci sono stati tanti morti perché questo medicinale non è disponibile.

Mentre i russi possono proteggersi grazie ad esso. Come è facile intuire si tratta della classica, pericolosissima bufala, che oltre a fare disinformazione su un tema delicatissimo infonde dubbio e false speranze nelle persone.

Al momento non esiste infatti una cura per il coronavirus, e tutte le terapie testate negli ospedali sono di tipo compassionevole con farmaci off label, cioè pensati per trattare un’altra patologia ma che sembrano dare i propri frutti anche contro la COVID-19, l’infezione scatenata dal patogeno.

Fra i più promettenti ci sono i principi attivi antiretrovirali lopinavir e ritonavir utilizzati contro il virus dell’HIV (responsabile dell’AIDS); il remdesivir realizzato per contrastare l’Ebola e il virus Marburg; e il Tocilizumab/Actemra sviluppato per combattere l’artrite reumatoide e sindromi immunologiche responsabili delle pericolose “tempeste di citochine”.

I due principi attivi citati dall’epidemiologa di fama internazionale erano l’Umifenovir (nome commerciale Arbidol) e il Darunavir (nome commerciale Prezista). Il primo, prodotto dalla casa farmaceutica russa JSC Pharmstandard e citato dall’uomo del video, è un farmaco normalmente utilizzato contro l’influenza stagionale, ma soltanto in Russia e in Cina. Non è stato infatti approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) americana e dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA – European Medicines Agency).

Questo è il motivo per cui è possibile acquistarlo in una farmacia dell’aeroporto di Mosca ma non in quelle europee e americane. Non è certo per privarci di un medicinale “miracoloso” in grado di salvare vite da una malattia che, nel momento in cui stiamo scrivendo, ha ucciso circa 7.200 persone in tutto il mondo. Soltanto in Italia, ad oggi, si contano 2.158 vittime. Fonte: Fanpage.