La storia di Vittoria, sconfigge il tumore e vince due ori agli italiani di nuoto paralimpico
Sette interventi chirurgici, una gamba amputata e il terrore di essere divorata dalla malattia. Poi la rinascita, il ritorno in vasca e i due ori ai Campionati italiani Finp, la federazione italiana di nuoto paralimpico che accoglie atleti con disabilità fisica e visiva. Una sorta di resurrezione quella di Vittoria Bianco, 23enne, di Putignano, in provincia di Bari. A luglio ha conquistato il tricolore nei 100 stile, con il tempo di 1’09”78, e nei 400 stile fermando il crono a 5’14”78. Per lei anche un argento nei 100 farfalla (1’25”45). “E pensare che è tornata in acqua solo a gennaio e non è ancora al meglio della forma, ha margini di miglioramento altissimi” dice Katia Scagliuso, allenatrice Fin e Finp che segue Vittoria per Impianti Sportivi Nadir, la società in cui la giovane ha imparato a nuotare da bambina e per la quale è tesserata.
La sua storia è raccontata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Fino al 2016 Vittoria era una delle nuotatrici più promettenti del comitato pugliese. Poi un giorno si è svegliata con un forte dolore al ginocchio. Un dolore che non è passato più. Dopo aver visto diversi specialisti, alla giovane è stata data la diagnosi choc: tumore. La ragazza però non si è arresa neanche per un momento. Ha trascorso un anno lontano da casa per la chemio, le sedute di protonterapia che hanno ridotto il tumore e poi cinque interventi chirurgici, una sesta operazione per complicanze, l’amputazione inevitabile fin sopra al ginocchio e ancora un settimo intervento. Alla fine di questo ciclo, pesava appena 35 chili. Ma grazie all’affetto dei suoi cari, è tornata a sorridere. Agli inizi di quest’anno ha ricominciato gli allenamenti in piscina.
Oggi Vittoria è una ragazza energica, sfoggia la sua gamba elettronica sotto minigonne e pantaloncini, senza vergogna di mostrarsi quella che è attualmente – dice il suo papà, Paolo Bianco -. In tutta questa bella, brutta e poi ancora bella storia, carica di sogni e speranze, occorre dire che grazie alla tecnologia riesce a deambulare quasi normalmente. Una tecnologia costosissima di cui però, il Servizio Sanitario Nazionale copre meno del 15%. Adesso le serve una protesi da bagno per l’igiene personale, meno costosa della prima perché meccanica ma, comunque dal costo a quattro zeri, che le consenta di poter stare in piedi sotto la doccia, non solo a casa ma, anche in un ambiente come quello degli impianti sportivi. Confidiamo in un maggiore coinvolgimento della sanità pubblica”.
Vittoria è iscritta all’Associazione ‘Art4sport’, presieduta da Teresa Angela Grandis e Ruggero Vio, genitori della schermitrice paralimpica plurimedagliata Bebe Vio. La onlus crede nello sport come terapia per il recupero fisico e psicologico dei bambini e dei ragazzi portatori di protesi di arto. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita di bambini e ragazzi portatori di protesi di arto e di conseguenza quella delle loro famiglie, oltre a promuovere la conoscenza e la pratica dello sport paralimpico in Italia. (Fanpage)