La insulta. Le augura di morire.
L’ha scaraventata con brutalità nel mondo degli adulti. Eppure non ha vinto lei. E non vincono mai quelli come lei, una ragazzina della scuola media di Soncino, paese in provincia di Cremona, che da inizio anno scolastico ha preso di mira una compagna, Flavia. Insulti, occhiatacce, bigliettini lasciati sul banco in cui le viene augurato di morire, in cui dice che attende con impazienza i suoi funerali.
La forma più becera di operare violenza psicologica e verbale nella speranza, forse, che Flavia reagisca. Cosa che è effettivamente avvenuta, a distanza di qualche mese dal primo atto da bulla della compagna, ma non come quest’ultima credeva.
Con una lettera pubblicata da “La provincia di Cremona”, Flavia ha risposto colpo su colpo alle vessazioni della compagna. Le ha scritto parole d’amore rispondendo all’odio ingiustificato con la quale viene presa di mira quotidianamente.
Le ha dedicato un po’ del suo tempo, dopo che l’ha ignorata sinora. E nel corso del tempo che inizia e si esaurisce nel giro di qualche parola, Flavia le ricorda che “sono passati tanti mesi e non l’hai ancora capito? Io non reagisco!
Non reagisco alla violenza con altra violenza, verbale o fisica che sia…”. La ragazzina, che ha titolato la lettera “Nodo blu”, ha ammesso di aver passato diversi pomeriggi a piangere a causa del comportamento della compagna, “ma non per paura delle tue minacce, ma perché non capivo, non capivo il perché di questo tuo sentimento (chiamiamolo così!) nei miei confronti”, scrive.