La piccola Sandra, violentata e uccisa a 8 anni dalla vicina di casa
Tracy, 80mila anime nella Greater Bay Area a est di San Francisco, la seconda città più popolosa nella Contea di San Joaquin, in California, è sempre stata nota per la sua peculiare posizione geografica, racchiusa in un triangolo da tre grandi strade. Nel 2009 la città delle fertili vallate ha avuto un sussulto di popolarità per la scomparsa di una bimba.
Sandra Cantu, 8 anni, stava giocando a pochi passi da casa, nel parcheggio per roulotte a Orchard Estates, quando è stata vista per l’ultima volta. Il volto della piccola con i suoi lunghi capelli biondo scuro e gli occhi castani finisce su tutti i cartoni del latte, mentre decine di poliziotti e volontari la cercano tra le roulotte del campo. La troveranno non lontano da lì, dopo 14 giorni di falsi avvistamenti e delusioni, lacrime e tensione, rannicchiata dentro una valigia sul fondo di un bacino per l’irrigazione, morta da chi sa quanto.
Il profilo
Dal ‘Tracy Press’ la notizia del ritrovamento della piccola Cantu scala i quotidiani nazionali e internazionali e il caso passa ai federali. L’FBI stila un profilo rigoroso del killer: bianco, tra i venticinque e i quarant’anni, con precedenti per violenza sessuale o pedopornografia. Così, sui ragazzi difficili, sugli uomini schivi e i soliti sospetti del campo di Orchard Estates si accendono i riflettori della macchina investigativa, mentre Sandra rivela con il suo bianco corpicino lo strazio delle ultime ore.
Il martirio di Sandra
La piccola – come evidenzia l’autopsia – era stata stordita con una forte dose di Xanax, violentata con un oggetto di uso domestico e infine strangolata. Per disfarsi del corpo l’assassino aveva scelto di gettarlo in un pozzo per l’irrigazione all’interno della valigia dove poi era stato ritrovato, scegliendo, dunque, di lasciare una traccia di sé. Dalla perizia merceologica, infatti, è possibile risalire al proprietario ma, incredibilmente, il proprietario si autodenuncia: ‘mi hanno rubato una valigia’ dice Huckaby agli investigatori ‘quella nel pozzo deve essere mia’. Lo è.
Melissa Huckaby, 29 anni, madre single di un’amichetta di Sandra e insegnante della scuola domenicale era una vicina di roulotte dei Cantu. Proprio a pochi passi dalla abitazione della donna viene trovato qualcosa che la inchioda: un matterello da cucina. Su un’estremità dell’utensile, usato presumibilmente per violentarla, c’è una piccola macchia di sangue che appartiene a Sandra.
La donna della porta accanto
Tracy, la città chiusa nel triangolo, si accartoccia su se stessa. Da quando, si chiedono annichiliti in città, bisogna sospettare della donna della porta accanto? Madre, maestra e amica, Melissa era qualcosa di più, una donna disturbata con precedenti pericolosi che nessuno aveva considerato. Poco prima della scomparsa di Sandra, infatti, un altro bambino era stato ricoverato per intossicazione da farmaci. Era stato proprio lui a indicare nella 29enne la donna che gli aveva somministrato una bevanda ‘che sapeva di medicina’. Nessuno, però, aveva denunciato quell’inquietante ‘incidente’ che invece, dopo la scomparsa della piccola Cantu, appare di vitale importanza. La donna della porta accanto, una borderline con un disturbo bipolare e schizofrenico, non era poi così innocua.
L’epilogo
Alla fine di un doloroso processo, il tribunale condanna Melissa Huckaby al carcere a vita, preferendo l’ergastolo alla pena di morte. “Vi devo una spiegazione” dice la Huckaby ai parenti della piccola Contu, che ormai non hanno più parole. Melissa Huckaby, che rientra nel 12% delle donne pedofile, oggi sconta la sua pena in carcere. (Fanpage)