La cartolina spedita nel 1907 e giunta a destinazione quasi 112 anni dopo

6 Giugno 2019 - 11:30

La cartolina spedita nel 1907 e giunta a destinazione quasi 112 anni dopo

I ritardi e i disguidi postali sono qualcosa di possibile a ogni latitudine. Qui, però, siamo di fronte ad un probabile record assoluto: una donna ha infatti ricevuto a casa una cartolina che era stata spedita nel lontano 1907 ed è giunta a destinazione quasi 112 anni dopo.

L’incredibile vicenda è avvenuta a Plymouth, nel Regno Unito, ed è raccontata da Devon Live: Michaela Webber, 24enne sposata e con un figlio, ha infatti trovato nella buca delle lettere la cartolina, ancora conservata in discrete condizioni dopo tutto questo tempo. Michaela vive nella sua casa, col marito Ben, dal 2014 e non ha nulla a che vedere con la destinataria della cartolina, una donna di nome Vie.

Spedita nel 1907 e giunta a destinazione quasi 112 anni dopo

La cartolina, risalente ad alcuni giorni prima del Natale del 1907, presenta questo testo: «Cara Vie, non ti arrabbiare se domani non riuscirò a venire, ma mi sento malissimo. Spero che a casa stiate tutti beni. Baci, Albert». Michaela è rimasta assolutamente sorpresa nel vedere quella cartolina in bianco e nero e quel messaggio: «All’inizio sono arrivata a pensare che ci fosse qualche fantasma in casa. Io e mio marito non riusciamo a crederci, ho inviato una foto a mia madre e anche lei è rimasta sbalordita».

La cartolina era stata spedita, pochi giorni prima del Natale 1907, da una caserma militare, che non esiste più da tempo, dove alloggiavano i soldati britannici dal 1891 fino alla fine della Prima guerra mondiale. Facendo una ricerca, Michaela ha scoperto che la destinataria era una donna, Vie Wiltshire, che aveva vissuto nella sua stessa casa sin dal 1901, per poi trasferirsi diversi anni dopo e morire a Southampton nel 1990. La donna ora spiega: «Non sappiamo cosa fare: da un lato vorremmo tenerla, è un cimelio storico, ma dall’altro mi piacerebbe incontrare gli eredi di quella donna e consegnargliela, perché in fondo sono loro i legittimi proprietari ed è un ricordo che deve appartenere a quella famiglia». (Leggo)