Julia Burduli: «Non pensavo che il canto potesse diventare un mestiere»

3 Novembre 2019 - 12:07

Julia Burduli: «Non pensavo che il canto potesse diventare un mestiere»

Julia Burduli: «Non pensavo che il canto sarebbe potuto diventare un mestiere»

Napoli. Si chiama Julia Burduli, 36 anni e definita da tutti il soprano che viene dal freddo. Dolce, gentile ma con una voce capace di incantare tutti. Una vita semplice, fatta di speranze e voglia di mettersi sempre in gioco. Dalla lontana Russia fino a Napoli per inseguire un sogno: cantare. Ed è nella stessa Napoli che corona anche forse un altro sogno quello di ogni donna, l’amore. Volata in Italia dopo un incontro fortuito con un insegnante di canto che le consigliò appunto la patria del tricolore per perfezionare e migliorare la sua voce e soprattutto studiare, Julia decide di provarci, lascia la sua famiglia e la sua Russia, nonché un lavoro in banca e giunge nel bel paese: «All’inizio – afferma – cercai di non pensare al consiglio che mi fu dato di far fuga in Italia, poi la passione, non ci dormivo la notte e così decisi di provarci – e ancora continua – La mia famiglia non era molto d’accordo, il canto per loro non era un mestiere, l’unica persona che mi ha sempre sostenuto e invogliata anche a seguire il mio sogno è stata mia madre e così mi dissi “ci voglio provare”».

Quando e come nasce la tua passione per il canto?

«Esattamente non saprei dirlo io ho sempre adorato cantare e ricordo che quando avevo 3-4 anni, indossavo gli abiti estivi di mia mamma, uno sopra l’altro, per avere la gonna ampia, come avevano le donne di epoche lontane, prendevo un pettine rotondo, e cantavo. Poi in tutte le feste famigliari, a tavola, cantavo con mio nonno, il padre di papà mi esibivo con lui a due voci. Credo che questa mia passione sia qualcosa che mi scorre nelle vene anche se nella mia famiglia non ci sono né musicisti né cantanti, però mio nonno paterno cantava nel coro militare».

Dalla Russia in Italia, Novara, Bologna, il conservatorio, i premi come “Voce Speciale”, il “Quinto Concorso Internazionale Terre dei Fieschi” , poi gli innumerevoli concerti e Radio Vaticana, ma la conferma e la consacrazione arriva da Michael Aspinall, maestro di canto e promulgatore della antica tecnica di respirazione, nonché profondo conoscitore dei vari registri vocali, ha pubblicamente dichiarato: “Una voce così non la sentivo dall’epoca di Maria Callas”. Cosa si prova e quanto è stata importante tale affermazione?

«E’ stata un’emozione unica difficile da spiegare. Mi ha sentito cantare, abbiamo parlato a lungo. Mi ha regalato alcuni libri di esercizi vocali, abbiamo parlato molto di fiato, postura, tecniche di respirazione e poi aveva detto a mio marito, Vincenzo che una voce così non la sentiva dall’epoca di Maria Callas. Ed è uno che la Callas l’ha sentita cantare dal vivo. È un complimento prezioso, uno dei più belli che io abbia mai ricevuto».

Domenica ti esibirai ad una delle fiere più grandi di Napoli, Chocoland giunta alla sua 11esima edizione, ma tanti sono i progetti in cantiere, ce ne puoi svelare qualcuno?

«Innanzitutto sono contentissima di poter partecipare a questo grande evento e colo l’occasione anche per ringraziare Lorenzo Crea e Gaetano Gaudiero, gli organizzatori della Kermesse che mi hanno inserito in questa scaletta e dato questa grande opportunità oltre alla conferenza che sempre Lorenza Crea sta organizzando per me il 27 e 28 dicembre presso il Gambrinus dove mi esibirò con diversi brani augurando a tutti un buon natale e un inizio anno. Nei progetti futuri ci sono diverse collaborazioni, tra queste quelle con Mario Simioli che ha lavorato con la rai con Loredana Bertè e Mia Martini, oltre una rivisitazione del brano di Marinella di De Andrè e stiamo lavorando anche su diverse canzoni napoletane, Se tutto questo è possibile e questo mio sogno si sta sempre più realizzando lo devo inannzitutto a io marito Vincenzo Maisto, che mi sprona e mi sopporta – sorride e riprende – al mio manager Saverio Russo, la mia grande amica Luisa Piscopo e ancora agli amici Lorenzo Crea e Gaetano Gaudiero»».