Julen, il tormento di papà Josè: «Chiudo gli occhi e vedo solo quel pozzo»
«Chiudo gli occhi e vedo la stessa cosa: il pozzo». Il tormento vive nella mente di José Roselló, papà del piccolo Julen morto a 2 anni dopo essere precipitato in un pozzo a Totalán, vicino Malaga. Il suo corpo senza vita è stato estratto all’albra del 26 gennaio scorso, 13 giorni dopo esser caduto. Un’immagine che non riesce a cancellare e che lo rincorre giorno dopo giorno.
«Maledico, maledico quel giorno», ripete disperato lui che insieme alla moglie aveva già perso un altro figlio a soli 3 anni, Oliver. Con Julen pensavano di poter ripartire, di costruire una nuova vita insieme. Ma la seconda tremenda tragedia è un colpo troppo forte da assorbire.
Nonostante il dramma José Roselló trova la forza di ringraziare chi ha tentato il tutto per tutto per salvare il suo Julen, dai soccorritori ai media che hanno riempito di calore e vicinanza la loro triste storia. «Ci siamo sentiti molto coinvolti, anche se nessuno ci toglierà questo dolore, sarò eternamente grato nei confronti di tutti», dice. In particolare per i minatori ha deciso di esporre una bandiera delle Asturie vicino la sua «in loro onore», e un’altra della Guardia Civil che gli hanno almeno riconsegnato il corpo del piccolo. (Leggo)