Jacopo se ne è andato, è morto giocando a calcio con gli amici: aveva solo 22 anni
Jacopo Lorenzo Capace aveva il sorriso di che vede nel domani un’opportunità. Aveva 22 anni e nulla faceva pensare a quello che sarebbe successo. Jacopo Lorenzo Capace era conosciuto e amato da tutti, per la sua battuta sempre pronta, per quella passione per il calcio che sapeva trasmettere a tutte le persone che gli stavano accanto. E aveva un sogno: diventare allenatore. Per questo aveva già cominciato ad avverarsi con i “pulcini” del San Gottardo e della Serenissima. Se n’è andato a soli 22 anni, sabato scorso a seguito di un malore improvviso che lo aveva colto venerdì mentre giocava nel campetto sotto casa. Un attacco che, come spiegano i familiari, molto probabilmente è legato a precedenti problemi di salute, come scrive anche il Messaggero Veneto.
Classe 1996, avrebbe compiuto 23 anni il prossimo 27 novembre. Dopo gli anni trascorsi tra i banchi dell’istituto Deganutti, Jacopo Lorenzo aveva scelto la facoltà di Scienze motorie per dedicarsi proprio alla sua grande passione: il calcio, e lo sport in generale.
Lui, tifosissimo dell’Udinese e frequentatore della Curva Nord dello stadio Friuli, aveva cominciato a giocare quando aveva cinque anni nell’area verde di via Valente, con i “Fortissimi”, poi tra le fila della Serenissima di Pradamano e anche al Bearzi di via Don Bosco. I problemi fisici però lo avevano costretto a fermarsi. Jacopo Lorenzo Capace aveva però deciso di continuare “indirettamente”, allenando “i pulcini”, i bambini che cominciano a giocare a calcio.
Una tragedia senza un senso. A stroncare la vita di Jacopo Lorenzo Capace potrebbe essere stato un infarto. L’infarto del miocardio (o miocardico) si verifica quando un trombo (coagulo di sangue) interrompe improvvisamente il flusso di sangue all’interno di un’arteria coronaria (vaso sanguigno che porta il sangue ad una parte del muscolo cardiaco). L’interruzione del flusso sanguigno diretto al cuore, con il protrarsi dei minuti ed ore può danneggiare o distruggere (necrosi) una parte del muscolo cardiaco (miocardio).
Tuttavia, se il flusso sanguigno viene ripristinato in tempi brevi, il danno al cuore può essere limitato o addirittura evitato. Un infarto del miocardio, anche chiamato attacco cardiaco, può essere fatale. Questo succede per lo più quando le persone confondono i loro sintomi con una malattia meno grave, come l’indigestione, e ritardano l’accesso in ospedale. Dunque, per ridurre la mortalità è fondamentale che il paziente o i familiari riconoscano prontamente i sintomi al fine di attivare i soccorsi e le relative strategie terapeutiche urgenti (farmacologica e soprattutto riperfusione meccanica con angioplastica).(Caffeina)