Ischia, smentita sequestro Castello Aragonese
Un noto commercialista napoletano e tre imprenditori agli arresti domiciliari per bancarotta ed evasione fiscale, due uomini appartenenti alla Guardia di finanza indagati per corruzione (per aver preso una mazzetta per modificare un verbale), 40 milioni di beni sequestrati tra cui una parte del Castello Aragonese di Ischia (e non tutto il Castello come è stato erroneamente riportato finora) , un immobile nell’isola di Capri (Napoli) e vari stabili tra Napoli e Roma.
E’ il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Napoli coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord (Caserta) che ha svelato un retroscena dell’attività di un professionista napoletano che, secondo l’accusa, svuotava il patrimonio di società insolventi prima della dichiarazione di fallimento, commettendo anche reati tributari.
Il commercialista avrebbe poi elargito un compenso a due finanzieri per modificare un verbale ed evitare così di non far incorrere un suo cliente in un illecito penale, ma avrebbe ‘frodato lo stesso suo cliente trattenendo per sé parte dell’illecito compenso, informa una nota della Procura. Sette, complessivamente, le società individuate dalla Guardia di Finanza detentrici del patrimonio illegale. Sui due finanzieri, “sono in corso di esecuzione misure coercitive”, spiega la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
La famiglia Mattera, proprietaria di una parte consistente del Castello aragonese, aperta al pubblico da circa 40 anni e articolata anche in una serie di attività ricettive e ristorative, specifica di non essere assolutamente coinvolta dal sequestro comunicato in una nota dalla guardia di finanza e ripreso da diversi giornali e che, pertanto, “il bene resta assolutamente visitabile e aperto al pubblico nei consueti orari di visita”.