Intervista a Rocco Barocco di Maridì Vicedomini

14 Novembre 2018 - 19:46

Intervista a Rocco Barocco di Maridì Vicedomini

Grande successo per il fastoso Fashion Event svoltosi la sera del 13 novembre al Museo Archeologico di Napoli per celebrare i primi 50 anni di carriera del maestro Rocco Barocco, stilista di fama internazionale.
Maestro Barocco, “50”anni di attività nel mondo della Moda e non li dimostra?
“ In realtà ero giovanissimo quando ho cominciato a coltivare questa passione; pur essendo nativo di Posillipo a Napoli, mio papà nutrendo da sempre un grande amore per Ischia, trasferì tutta la famiglia sull’isola. Io ho cominciato facendo il commesso di una boutique che confezionava pantaloni; erano gli anni “70 anni, periodo d’oro per Ischia, a cui approdava tutto il firmamento del cinema mondiale, avendo Angelo Rizzoli, uno dei più grandi produttori cinematografici dell’epoca, acquistato un grande albergo come il “Regina Isabella” di Lacco Ameno. Un giorno mi imbattei in una cliente francesce, molto amica di due stilisti Patrick de Barentzen e Giles della stessa nazionalità che vivevano e lavoravano a Roma alla quale confessai il mio sogno nascosto di diventare stilista; lei fu molto disponibile, mi mise in contatto con loro e presto mi trasferii a Roma nel loro atelier dove da autodidatta, senza mai aver frequentato alcun corso e nessuna Accademia, imparai il mestiere di sarto, dal disegno alla realizzazione dell’abito”
Il suo primo modello?
“Un abito fantastico che Ornella Vanoni doveva indossare per andare in TV; era tutto luccicante, ma poiché brillava troppo per la televisione, lo coprirono interamente con uno spruzzo, rovinandolo, provocandomi di conseguenza, una forte delusione. Da quel momento cominciai a vestire tutte le star del cinema italiano, da Anna Magnani, Sofia Loren, Claudia Cardinale fino agli anni “90 , quando ho cominciato a fare il pret a porter”
Parata di star nel suo atelier; le attrici a cui si sente particolarmente legato?
“Sandra Milo, grande amica mia, la Fenech, una vera signora, nonostante nella sua carriera si sia dedicata a film non proprio di livello, Ursula Andress, tutte mie ospiti per più stagioni, anche nella mia villa di Capri; ed ancora, come non menzionare Liza Minnelli, Elsa Martinelli , Virna Lisi, Jacqueline Bisset, Ute Lemper, Dalila Di Lazzaro, Francesca Dellera?”
C’è però un’icona di eleganza e bon ton che è rimasta nel suo cuore
“Sì, Marta Marzotto che purtroppo è passata a miglior vita; sono molto grata a Marta per avermi introdotto nel jet set internazionale facendomi accedere con la massima affettuosità nel suo salotto di viale D’annunzio; lì ho avuto la possibilità di conoscere e relazionarmi con personaggi interessanti come Moravia ed Elsa Morante. Volevo talmente bene a Marta da perdonarle persino di aver copiato i miei “caftani””
I rapporti tra il cinema e la moda?
“Un tempo erano molto intensi; oggi molto meno, perchè le attrici si servono dei dressing coach , ovvero di figure professionali che curano la loro immagine, i quali si recano nelle aziende e scelgono per loro conto ma in maniera autonoma gli abiti da indossare. Io sono molto lontano da questa prassi ed ho abbandonato questo contesto”
Quando nasce il brand Rocco Barocco?
“Nel 1972, quando aprii il mio primo atelier a Roma, in Piazza di Spagna”
Il momento più magico della sua carriera?
“ Gli anni ’80, periodo storico in cui sulla mia passerella sfilavano “nomi” come Claudia Shiffer, Carla Bruni, Naomi Cambell”
Maestro qual’ è l’ abito con cui più si identifica?
“Sono stato l’inventore degli abiti seducenti, che ammaliano il sesso forte; la mia vita è da sempre stata improntata sul concetto di “seduzione””
Quanto è cambiata la moda oggi rispetto a ieri?
“Moltissimo; oggi tante donne rifiutano il concetto del capo classico come il tailleur, prediligendo un look più informale quale maglietta strizzata in vita e jeans stretto spesso poco adeguato al proprio aspetto fisico”
L’idea di eleganza per Rocco Barocco?
“E’ qualcosa che si ha dentro; l’eleganza in primis è sinonimo di educazione; stolto chi pensa che, per essere a la page bisogna indossare un abito molto costoso! L’eleganza è una dote naturale, che proviene dall’anima”
Il suo rapporto con Napoli?
“Vivo tutti i giorni la mia napoletanità che riscontro in tanti tratti caratteriali, quali la vivacità, la solarità, l’ottimismo di fondo; non a caso ho scelto la mia città per celebrare in una location che trasuda di storia e di cultura come il Mann, questo traguardo significativo del mio percorso artistico che ho amato da subito”
Se dovesse descrivere la sua città d’origine con un abito come lo disegnerebbe?
“Innanzitutto utilizzerei una tinta unita, il celeste ed ispirandomi al prototipo di donna mediterranea, realizzerei un modello molto attillato dalla scollatura profonda, ideale per racchiudere un seno molto prosperoso, le spalle un po’ scese, la vita molto stretta ed i fianchi marcati”
MARIDI’ VICEDOMINI