INTERVISTA A GRAZIELLA PERA
Grande successo per “LUX!”, il Finissage del progetto “Napoli Eden”, nato da un’idea di Annalaura di Luggo, curato da Professore Francesco Gallo Mazzeo, con il supporto del CIAL di Milano (Consorzio Imballaggi Alluminio) e il Patrocinio del Comune di Napoli (Assessorato alla Cultura, Turismo, Pubblica Illuminazione, Giovani e Patrimonio). In scena, splendide mannequin che hanno sfilato abiti contemporanei, realizzati con fogli di alluminio leggero modellati a corpo, frutto dell’estro creativo e di uno studio attento degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma che vantano come insegnante un personaggio di spicco nel mondo dello spettacolo italiano per la scenografia e la realizzazione di costumi: l’architetto Graziella Pera
Signora Pera, come nasce questa sua mission partenopea?
“In maniera molto naturale ; per alcuni anni, ho insegnato all’Accademia della Moda di Palermo, dove ho incontrato il Professore Francesco Gallo Mazzeo, il quale mi ha poi chiamato a Roma per tenere il corso di “Fashion Designer” agli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Qualche mese fa, Mazzeo, mi ha esposto il progetto di Annalaura di Luggo ed io mi sono messa all’opera con la mia classe, facendo realizzare ad ogni allievo 30 bozzetti di abiti scultura, frutto di una prioritaria ricerca in questo segmento su griffes altisonanti come Capucci; dopo un’accurata selezione, abbiamo individuato con la signora di Luggo, 20 abiti da far sfilare a Napoli”
Crede quindi in uno stretto connubio tra la moda e l’arte?
“Senza alcun dubbio; direi piuttosto che esiste proprio un’osmosi tra arte, società e moda perché quest’ultima non è altro che una delle più affascinanti espressioni d’arte”
Lei nasce come architetto, come si è approcciata al mondo della scenografia e dei costumi?
“Per pura causalità; mio marito lavorava con Pingitore al “Bagaglino” per la scenografia ed i costumi. Un giorno mi chiese scherzosamente se volevo fare l’assistente per questo settore al primo film di Pingitore e Castellacci dal titolo “Remo e Romolo” ed io accettai per la scenografia; fu allora che mi innamorai perdutamente del cinema. Successivamente, sempre per pura causalità, chiamarono mio marito per fare “Ricomincio da tre “di Troisi; il lavoro si trascinava da oltre sei mesi e non vedeva mai la realizzazione concreta ed allora mio marito, stanco di accettare, decise di trasferire l’incarico a me che accettai ben volentieri. Con “Ricomincio da tre” vinsi il “Premio Qualità” per la scenografia ed i costumi. Il regista Comencini vide il film e mi fece chiamare per conoscermi, proponendomi di realizzare sempre per le mie competenze, il “Cercasi Gesù” con Beppe Grillo. Sempre per il cinema, avevo già lavorato con Neri Parenti per i vari “Fantozzi”, ma il grande trampolino di lancio per la mia carriera è stato il film di Troisi. Col tempo, mi sono resa conto che non potevo occuparmi contemporaneamente di scenografia e costumi; pertanto mi sono specializzata nella realizzazione di costumi”.
Lei ha citato “Troisi” un mito del cinema italiano; che ricordo ha di lui?
“Massimo Troisi era una persona molto carina, gentile; sono andata spesso per la scenografia del film a fare sopralluoghi con lui a San Giorgio a Cremano dove ho avuto modo di conoscere la sua famiglia e quella di Lello Arena ed anche a Firenze ed a Napoli. Mi impressionava molto il suo battito cardiaco, un suono metallico che si evidenziava specie nei tragitti lunghi in macchina. Dopo le riprese del film, ebbi la gioia di rivedere Massimo in una puntata di “Indietro Tutta” di Arbore.
Quando realizza un costume di scena da dove parte?
“Dal testo dell’opera e dai personaggi che lo devono interpretare ed anche dal mio rapporto con il regista. Mi piace che gli attori siano a proprio agio e li consulto puntualmente cercando di instaurare con loro un certo feeling”
Signora Pera lei ha realizzato anche tanti costumi per le fiction?
Sì, mi piace ricordare “Caterina e le sue figlie” con l’indimenticabile Virna Lisi e la serie Cult “I Ragazzi della 3C” con Enrico Vanzina”
Il suo debutto in teatro?
“Dopo “Remo e Romolo”, Pingitore mi chiamò per realizzare gli oggetti di scena del suo spettacolo”
Lei è anche l’artefice di tanti costumi di noti varietà televisivi?
“Sì a parte “Indietro tutta” con Arbore, ricordo con molto affetto il personaggio di “Marisa La Nuite” della Laurito per la quale mi divertivo a creare abiti originalissimi ispirate alla frutta ed alla verdura”.
Il cinema, il teatro, la tv: il comune denominatore per il suo lavoro?
“E’ quello di creare un’immagine giusta e piacevole; quando si lavora al cinema, bisogna prestare attenzione al particolare, mentre per il teatro è opportuno guardare l’insieme da lontano. La fiction è più vicina al cinema anche se evidenzia delle caratteristiche diverse”
Ci racconti qualche curiosità sui tanti personaggi dello show-biz che ha vestito
“Con Raffaella Carrà ho avuto un rapporto stupendo anche se lei aveva delle fisime; ad esempio cominciava a vestirsi partendo esclusivamente da un lato del corpo, sinistro o destro; inoltre non amava le cose con le punte ma dovevano essere rigorosamente tondeggianti”; ed ancora, Valeria Marini adorava gli abiti attillatissimi e trovava ogni capo “largo” al punto che il giorno dopo la prima puntata della trasmissione chiedeva alle sarte che venisse stretto. Le attrici hanno un rapporto molto particolare, di odio e amore con i costumi che indossano, spesso non accettano il tempo che passa e rimangono ancorate al loro aspetto di un tempo; una di queste è la signora Mara Venier”
Signora Pera, ha mai desiderato di fare Alta Moda?
“Certo ed ho avuto anche un’esperienza di dieci anni nell’Haute Couture”. Nel 1992 andai a Milano a presentare il mio progetto all’allora Presidente della Camera della Moda; lui si convinse e decise di farmi sfilare all’AltaModaRoma; mezz’ora prima del mio debutto in passerella, gli stilisti si opposero, sollevando la questione che il mio nome Graziella Pera era troppo noto nello spettacolo ed allora all’istante inventammo la griffe “Greace Pear”
I suoi progetti futuri?
“Tanti, ma vorrei ricordare una mission che porto avanti da oltre 20 anni come Presidente della “Chioma di Berenice”, un premio destinato a tutti gli operatori che si muovono dietro le quinte dell’audiovisivo dai truccatori, ai parrucchieri ai costumisti agli scenografi.
MARIDI’ VICEDOMINI
“