Intervento record salvavita, per un neonato che pesa solo poco più di un chilo

1 Aprile 2021 - 11:15

Intervento record salvavita, per un neonato che pesa solo poco più di un chilo

E’ stato operato un neonato che pesa solo 1 chilo e 100 grammi. Si tratta di un neonato prematuro a cui è stata corretta un’anomalia cardiaca congenita attraverso un catetere

miniaturizzato. Il piccolo è il paziente più leggero mai operato in Italia con questa tecnica, che ha permesso di evitare un’operazione a torace aperto. L’intervento è stato eseguito dai

medici dell’ospedale Niguarda di Milano, che hanno lavorato in collaborazione con quelli del Policlinico del capoluogo lombardo. Per l’intervento è stata utilizzata una tecnica molto

sofisticata. I medici hanno effettuato la chiusura percutanea del dotto arterioso di Botallo sul cuore. Il dotto di Botallo è un vaso arterioso che spesso, quando i neonati sono prematuri, non si

chiude spontaneamente. La cura generalmente prevede una terapia farmacologica ma, nel caso questa non funzioni, serve l’intervento cardiochirurgico. Al Niguarda di Milano, è stato

utilizzato un nuovo strumento che ha raggiunto l’arteria polmonare e il dotto tramite un catetere sottilissimo del diametro di uno spaghetto, inserito con una puntura dalla vena

femorale. “Una volta in sede, dal catetere è stato rilasciato un dispositivo auto-espandibile che è andato a tappare il dotto arterioso aperto – ha spiegato il cardiologo Giuseppe Annoni – Dopo

la nascita di solito, il dotto di Botallo si chiude ma se ciò non avviene possono insorgere complicazioni cardiache”. Il Niguarda è stato il primo centro italiano, nel 2019, ad introdurre

questa nuova metodica – che evita una ben più invasiva operazione chirurgica – utilizzata solo in pochi ospedali nel mondo. Fino a oggi sono otto i neonati trattati, arrivati da diverse terapie

intensive neonatali lombarde. L’operazione eseguita a Milano non ha presentato problemi e, già dal giorno dopo, il piccolo è tornato alla Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico per proseguire le sue cure. “Il bimbo ora sta bene –

ha dichiarato Fabio Mosca, direttore della Terapia intensiva neonatale del Policlinico – e anche se lo attende ancora un lungo percorso, possiamo senz’altro dire che il peggio è passato”.

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