Aspetto un cuore nuovo, «come una regina aspetta il suo re». È dedicata al dono del trapianto una canzone scritta da Ines Frassinetti, 14 anni, marchigiana, di Massignano (Ascoli Piceno) una ragazza per la quale purtroppo un cuore e dei polmoni nuovi non sono arrivati in tempo. Ines è deceduta all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma lo scorso 29 ottobre. Ma il suo ricordo è vivo tra chi l’ha conosciuta in ospedale e non solo: tutti la ricordano per la voglia di vivere, il sorriso e l’altruismo.
La sua canzone sull’importanza del dono ha fatto registrare 225 mila visualizzazioni, aumentate da quando è venuta a mancare. Prima di tre gemelli, nonostante fosse colpita dalla sindrome di Vacterl, che comporta delle malformazioni interne, poi anche da ipertensione polmonare, e avesse trascorso una vita tra ospedale e casa, alternando autonomia a momenti in cui aveva bisogno di essere attaccata ai macchinari per poter sopravvivere, non ha mai mollato.
Il suo ultimo anno l’ha trascorso interamente in ospedale e nei suoi quattordici anni di vita ha subito quaranta interventi chirurgici, il primo quando pesava appena più di un chilo. «La sua voglia di vivere era immensa, non si fermava mai. Durante i tanti ricoveri in ospedale passavano da lei perché si alzava col sorriso e faceva ciò che doveva col sorriso »ricorda all’Ansa la mamma, Juliette Romeo, che sottolinea la sua dedizione per la scuola, il fatto di aver trasformato la sua stanza di ospedale in un laboratorio in cui faceva tante attività, tra cui dipingere.
«Dicevano entrando nella sua stanza che c’era sempre il sole- prosegue la mamma – da gennaio 2020 era nella struttura del Gianicolo a Roma e poi non so se è stato il Covid, ci hanno detto che i trapianti erano diminuiti per questo problema». « Ines incantava tutti- sottolinea Juliette- scriveva poesie, come quella che poi ha dato vita alla canzone per la quale le ha ‘prestato’ la voce un’infermiera del reparto di cardiologia dell’ospedale del Bambino Gesù.
Chiunque la incontrasse ne rimaneva colpito. Ha mandato messaggi positivi fino alla fine ed era molto sensibile, la sofferenza sapeva cos’era considerato che oltre alla malattia dentro casa aveva aveva sua sorella gemella che è disabile». «Ci speravamo proprio nel trapianto -conclude la mamma di Ines- avrei voluto che avesse per quello che si poteva una vita normale come i coetanei, è un peccato che non sia accaduto. Ma la sua storia mi piacerebbe si trasformasse in speranza e in una lezione. Per ricordare che nonostante tutto la vita è bella».
Fonte: Ilmattino.it