INDONESIA, l’ALLARME anti TSUNAMI non era ATTIVO: CIRCA 300 I MORTI
Il sistema di allarme nelle zone devastate dallo tsunami in Indonesia “non è operativo dal 2012” a causa della scarsità di fondi, atti di vandalismo e problemi tecnici. Lo ha denunciato il portavoce dell’agenzia per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho. Lo tsunami ha colpito le spiagge 24 minuti dopo l’eruzione del vulcano che lo avrebbe scatenato. Intanto si aggrava il bilancio delle vittime: i morti sono almeno 281, oltre mille i feriti.
I soccorsi
I soccorritori continuano le ricerche dei dispersi sotto la pioggia e si teme che ci possano essere altri eventi sismici e tsunami. Si contano oltre 1.000 feriti. “Il numero delle vittime e dei danni continuerà a salire”, ha ribadito il portavoce della protezione civile. Centinaia di edifici sono stati distrutti dall’onda di 20 metri generata dal vulcano e che ha colpito la costa sud di Sumatra e quella est di Java. Il presidente indonesiano Joko Widodo si recherà nelle zone del disastro.
Intanto il “figlio del Krakatoa”, il vulcano Anak, continua ad eruttare e le autorità indonesiane hanno invitato anche oggi la popolazione e i turisti a stare lontani dalle spiagge nel timore che possa verificarsi una seconda devastante onda di tsunami. Lo riferiscono i media locali. Sono almeno 600 le abitazioni distrutte, 9 hotel severamente danneggiati: gli sfollati sono quasi 12.000. (Tgcom24)