“I numeri confortano: c’è una progressiva flessione dei nuovi contagi, così come c’è un evidente calo dei ricoveri ospedalieri, soprattutto nelle terapie intensive. Basti pensare che oggi siamo sopra a 250 persone ricoverate in terapia intensiva, quando il 3 aprile eravamo sopra le 4.000 unità.
Ma questo non deve indurci ad allentare i comportamenti improntati alla responsabilità individuale”.
A dirlo intervenendo a SkyTg24 il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli; che ha sottolineato che “il virus continua a circolare; seppure in maniera meno intensa; e quindi dobbiamo continuare su questa linea di prudenza”.
Quanto alla Lombardia, “che quella più investita dal fenomeno, è anche la regione a più alta densità di popolazione”, e bisogna tener conto che la discesa delle epidemie “è più lenta dell’ascesa”.
Questo, secondo l’esperto, spiegherebbe l’attuale situazione nella regione. Locatelli ha spiegato che adesso “la maggior parte dei contagi si osserva in ambito familiare” e che qualcuno viene identificato anche grazie a test sierologici.
Quanto ai tempi di incubazione, “la media è tra 5 e 7 giorni”. “Per definire un indebolimento del virus dovremmo avere l’evidenza dal sequenziamento di ceppi virali che vi è stata la presenza di mutazioni che, in qualche modo, hanno ridotto il potere di aggressione del virus.
Noi queste evidenze non le abbiamo affatto”, ha detto poi Locatelli secondo cui comunque si è ridotto sia il numero di soggetti contagiati sia la gravità delle manifestazioni cliniche.
“Questo fa riferimento alla carica virale”, spiega Locatelli, che chiama in causa le misure di protezione individuale e la possibilità di diagnosi precoci. Così oggi “i malati che afferiscono alle strutture ospedaliere sono meno gravi” e “sono in numero minore. Anche un effetto esperienza nel trattare questi malati ha influito, e abbiamo evidenze che alcune terapie” adottate si sono rivelate utili. Fonte: Fanpage.