“Se il virus si sta spegnendo? Sono solo chiacchiere da bar. Si tratta di studi basati su osservazioni estemporanee e non su esperimenti. C’è solo un modo per saperlo, quello di infettare degli animali e dei modelli ma siccome non abbiamo un animale da infettare tutto il resto sono chiacchiere”.
Non usa mezze misure Andrea Crisanti, virologo e professore di microbiologia all’Università di Padova, che intervenendo questa mattina alla trasmissione Agorà in onda su Raitre ha fatto il punto della situazione dell’emergenza Coronavirus in Italia, commentando i risultati preliminari dell’analisi sui tamponi realizzata dalla Regione Veneto e presentati ieri dal coordinatore dei laboratori veneti Roberto Rigoli.
“Sicuramente chi si infetta si ammala meno gravemente di prima ma la carica virale si è abbassata grazie alle mascherine e al distanziamento sociale”, ha sottolineato l’esperto, per il quale l’emergenza è tutt’altro che finita.
Attenzione soprattutto agli asintomatici. “Se quest’ultimi sono meno contagiosi o non contagiosi? Non lo sa nessuno – ha continuato Crisanti -. Ma in moltissime malattie gli asintomatici sono molto più infettivi dei sintomatici”.
Qualche esempio? “È il caso della varicella, del morbillo, della stessa tubercolosi. Ed è una questione di selezione naturale. Chi si ammala e sta a letto ha meno possibilità di trasmettere l’infezione rispetto a chi non ha sintomi”, ha aggiunto il virologo, che ha anche spiegato il ruolo svolto dagli asintomatici nella diffusione dell’infezione a Vo’ Euganeo.
“Dall’indagine sierologica condotta, si è visto che c’erano 150 persone infette al 22 febbraio. Se è vero che il virus vi è entrato nella terza settimana di gennaio, come è possibile che nessuno sia andato in ospedale fino al 20 febbraio?
Come è stato trasmesso se non da chi non aveva sintomi?”. In altre parole, ciò significa che il virus circolava proprio tra e grazie agli asintomatici. FOnte: Fanpage.