Vincenzo De Luca, governatore della Campania, è stato chiaro: dirigenti ospedalieri, medici e manager delle Asl non potranno fornire indicazioni e riscontri agli organi di stampa sull’andamento del Coronavirus in Campania. Così la nota protocollata dalla Regione Campania che ha come oggetto la “Gestione delle informazioni e rapporti con i media”. La nota – come spiega l’articolo di Juorno.it – chiarisce che l’Unità di crisi, in raccordo con la Presidenza della Regione, è l’unico organismo abilitato a fornire informazioni agli organi di stampa. Si precisa poi che l’Unità di crisi mette a disposizione “un referente per fornire tutte le informazioni necessarie ed evitare la diffusione di notizie distorte e non rispondenti alla realtà”. Il provvedimento voluto dalla presidenza, giudicato da molti lesivo della libertà di informazione, arriva nel momento più critico dell’emergenza Covid in Campania, con il picco di contagi delle ultime settimane che ha portato la Regione capitanata da Vincenzo De Luca ai primi posti in Italia per numero di pazienti ricoverati e di attualmente positivi.
A tal proposito il professor Antonio Giordano, oncologo e ricercatore napoletano di stanza negli Stati Uniti, dove dirige lo Sbarro Institute di Philadelphia e Professore di Anatomia patologica all’Università di Siena, ha rilasciato una lunga intervista a Juorno.it in cui spiega il suo punto di vista e che si riporta integralmente.
Professor Giordano, qual è il suo giudizio sul provvedimento del governatore?
«Penso che sia corretto suggerire di limitare affermazioni fuori posto: quando un medico rilascia delle dichiarazioni dovrebbe farlo sulla base di conoscenze scientifiche e non speculative. D’altra parte, limitare la comunicazione dei medici e di chi genera cultura scientifica non è accettabile in nessun paese democratico. In ogni caso, ritengo doveroso rispettare queste scelte, dal momento che chi le ha prodotte è espressione di un ampio consenso popolare».
Perché De Luca ha adottato questo provvedimento?
«Non so perché abbia preso questa decisione; personalmente mi preoccuperei molto di più di potenziare le infrastrutture degli ospedali campani che negli ultimi anni hanno subito ingenti tagli. La Campania, se avesse subito lo stesso violento impatto delle regioni del Nord, con le infrastrutture e le risorse di cui dispone, non avrebbe avuto modo di arginare l’emergenza, un’emergenza che si somma alla criticità ambientale, pure quella a lungo trascurata. Purtroppo i cittadini campani vivono a loro spese l’inadeguatezza della maggior parte degli ospedali, dove professionisti eccellenti ed un valido personale sanitario lavorano senza le necessarie risorse».
Crede che negli Stati Uniti sarebbe potuta accadere una cosa del genere?
«Purtroppo in Italia la politica controlla le nomine apicali negli ospedali e in altre strutture; quando succede questo, senza meritocrazia ed indipendenza, se ne pagano le conseguenze. Non è un caso che giovani medici e ricercatori tendano ad andare all’estero. Ricevo moltissime e mail di giovani medici che vorrebbero venire a lavorare in America. Questo dovrebbe farci riflettere. La cultura in Italia è finanziata e condizionata dalla politica. Negli Stati Uniti c’è una grande libertà di informazione ed indipendenza dal punto di vista scientifico; non è un caso che gli USA siano il paese leader al mondo nello sviluppo di tecnologie nel campo medico e scientifico. A prescindere dalle alternanze politiche, lo sviluppo delle tecnologie e l’investimento sui giovani sono sempre elevatissimi».
Che cosa le hanno detto i medici campani, se li ha sentiti?
«I medici campani devono rispettare questo provvedimento, emanato dalla leadership che molti di loro hanno sostenuto dal punto di vista politico. Il governatore ha saputo stravincere in Campania con un’alleanza molto larga; quelli che lo hanno votato ora devono anche rispettare le sue direttive, volenti o nolenti. Dirigenti ospedalieri, medici e manager delle Asl non potranno fornire indicazioni e riscontri agli organi di stampa sull’andamento del Coronavirus in Campania. Così è indicato nella nota protocollata dalla Regione Campania che ha come oggetto la “Gestione delle informazioni e rapporti con i media”. La nota chiarisce che l’Unità di crisi, in raccordo con la Presidenza della Regione, è l’unico organismo abilitato a fornire informazioni agli organi di stampa. Si precisa poi che l’Unità di crisi mette a disposizione “un referente per fornire tutte le informazioni necessarie ed evitare la diffusione di notizie distorte e non rispondenti alla realtà”. Il provvedimento voluto dalla presidenza, giudicato da molti lesivo della libertà di informazione, arriva nel momento più critico dell’emergenza Covid in Campania, con il picco di contagi delle ultime settimane che ha portato la Regione capitanata da Vincenzo De Luca ai primi posti in Italia per numero di pazienti ricoverati e di attualmente positivi. Abbiamo chiesto sul tema il parere del professor Antonio Giordano, oncologo e ricercatore napoletano di stanza negli Stati Uniti, dove dirige lo Sbarro Institute di Philadelphia e Professore di Anatomia patologica all’Università di Siena».
In Campania si respira un’aria pesante, il numero di contagi non è mai stato così alto, nemmeno in primavera. Qual è la situazione?
«Il coronavirus circola al pari di altri virus influenzali. Bisogna fare attenzione ed aspettare che i dati ci diano conferma che questo si sia realmente indebolito. Dobbiamo convivere col Covid come abbiamo convissuto per anni con l’epatite, con la poliomielite, l’Hiv; adesso conosciamo meglio il nemico e sappiamo come combatterlo. Deve esserci però anche un po’ di buonsenso su come affrontarlo».
Per fortuna il numero di morti e ricoverati in terapia intensiva rimane contenuto rispetto ai primi mesi dell’epidemia. È cambiata la carica virale del Covid oppure la popolazione ha sviluppato degli anticorpi?
«La popolazione è più attenta a rispettare alcune regole e i medici sanno gestire meglio l’infezione. Inoltre, viviamo ancora con lo shock dei mesi precedenti. Dobbiamo valutare con attenzione i rischi di questo virus, ma come in realtà dovremmo fare per tante altre patologie, come quelle tumorali, che sono in crescita, quelle legate all’inquinamento ambientale; in Campania la Terra dei Fuochi è una piaga gravissima, ignorata dalle istituzioni. La Campania è stato un esempio di disastro ambientale, in cui i finanziamenti sono stati usati per tutto tranne che per bonificare le aree contaminate e monitorare lo stato di salute della popolazione».
De Luca ha imposto le mascherine anche all’aperto e la chiusura alle 23 per le attività commerciali. Ritiene fossero misure necessarie?
«Indossare le mascherine in determinati ambienti di sovraffollamento è giusto in questo momento, per prevenire il Covid ma anche altre patologie infettive che, in questa stagione, possono essere più invasive».
Fonte: Juorno.it