Il 24 marzo di quest’anno, Chiara Carta avrebbe compiuto 14 anni, ma quella data non verrà mai raggiunta, poiché la ragazza è stata uccisa dalla madre, Monica Vinci. L’omicidio ha sconvolto la piccola comunità di Silì, in provincia di Oristano, dove la famiglia viveva.
La ragazza è stata colpita con almeno 20 coltellate e strangolata con il cavo del caricabatterie del cellulare. Il padre di Chiara, Piero Carta, agente della polizia locale di Oristano, non riesce ancora ad accettare l’assenza della figlia e ha affidato le sue parole di dolore ai social.
Chiara frequentava l’istituto comprensivo di Oristano, dove era molto amata dai compagni di classe.
La sua scomparsa ha sconvolto tutti coloro che la conoscevano, e ora la comunità si unisce in un sentimento di profonda tristezza e dolore.
Le indagini per scoprire cosa sia accaduto nella villetta di Silì e cosa abbia spinto Monica Vinci a uccidere la figlia sono ancora in corso. La donna, dopo l’omicidio, ha tentato il suicidio lanciandosi dalla finestra al primo piano della sua casa, ed è ora ricoverata in ospedale in reparto di Psichiatria, piantonata dalla polizia.
Secondo quanto ricostruito dalle autorità, la 52enne avrebbe colpito la figlia con almeno 20 coltellate, molte delle quali sferrate alle spalle, mentre Chiara cercava di fuggire. Il corpo della ragazza senza vita è stato trovato in bagno, vicino al coltellino a serramanico usato per l’omicidio.
Monica Vinci, accusata ora di omicidio volontario, avrebbe manifestato disagi psichici da tempo, e nel suo recente passato pare ci sia stato un ricovero per questi motivi.
Oggi, nella parrocchia di San Pietro di Silì, si terrà una messa in memoria di Chiara. Sarà un momento di raccoglimento, preghiera e sostegno alle famiglie coinvolte nella tragedia. La comunità si stringe attorno alla famiglia della giovane Chiara per offrire sostegno e solidarietà in questo momento difficile.
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