“Il nonno mi violentava”: racconta tutto a scuola ma la preside non le crede
Dopo anni di abusi sessuali subiti in casa dal compagno della nonna, aveva trovato il coraggio di rivelare tutto a scuola consegnando anche un biglietto in cui raccontava le violenze ma per quasi un anno la preside si è tenuta nella cassaforte della scuola quel foglietto scritto dalla 15enne senza far partire nessuna denuncia.
Per questo la dirigente scolastica di un istituito professionale torinese è finita ora sotto processo con l’accusa si omissione d’atti d’ufficio. Secondo i pm, infatti, la donna nell’esercizio delle sue funzioni aveva l’obbligo di denunciare l’accaduto alle autorità competenti e non limitarsi ad allertare genitori e psicologa della scuola. Dopo aver ricevuto il bigliettino da una professoressa, la preside pensava di aver fatto il proprio dovere limitandosi a chiamare i genitori e organizzando qualche incontro tra l’adolescente vittima e con la psicologa della scuola senza però avvertire le forze di polizia.
Solo mesi dopo, quando i genitori hanno chiesto a che punto era la denuncia in quanto mai convocati dalla polizia, si è scoperto che non vi era alcuna denuncia e la macchina giudiziaria nei confronti dell’uomo non si era mai messa in moto. “Eravamo convinti che la preside si fosse attivata con una denuncia formale, come era suo compito e invece abbiamo dovuto raccogliere di nuovo, con grande difficoltà, il ricordo di nostra figlia che ci ha riferito di aver subito abusi da parte del compagno della nonna sin dalle elementari e fino alla seconda media” hanno raccontato i genitori della piccola vittima.
L’inchiesta così è stata avviata solo un anno dopo il racconto della ragazzina, nel maggio 2018, questa volta grazie alla denuncia dei genitori. Dopo gli accertamenti investigativi, per l’uomo, ormai 86 enne, è scattato così il processo per violenza sessuale aggravata. Secondo l’accusa, l’uomo approfittava delle estati, quando i genitori affidavano la piccola alla nonna, per abusare di lei e ha proseguito per anni. Per i pm, però, anche la preside, nel frattempo trasferita, ha le sue colpe perché ha tenuto nascosto quel foglietto andando contro i suoi doveri. (Fanpage)