Suicidi in aumento; l’allarme arriva dal presidente dell’Osservatorio nazionale violenze e suicidio, Stefano Callipo. «Stiamo registrando tantissimi casi di suicidio in questo periodo; l’ultimo a Ragusa dove un commerciante padre di tre figli si è tolto la vita.
Un picco che reputiamo importante, legato alle difficoltà economiche di questo periodo e che non riguarda solo gli imprenditori ma anche le singole famiglie. Purtroppo prevedo che questo picco tenderà ancora ad aumentare».
Impossibile un vero raffronto ma i numeri parlano chiaro; su 40 suicidi avvenuti in Italia dall’inizio dell’anno, 25 almeno si sono verificati sotto il lockdown da partei non solo di imprenditori; ma di semplici padri di famiglia in difficoltà o preoccupati rende noto l’Osservatorio.
«Non cause depressive ma motivi economici è il dato che non va sottovalutato; non solo imprenditori che non possono riaprire ma anche famiglie normali che vivono questo blocco con sempre più difficoltà. Nella sola zona della provicincia di Pisa si sono registrati quattro suicidi in dieci giorni, tra fine marzo e i primi di aprile».
Un’impennata secondo Callipo rispetto all’anno scorso; dove comunque i numeri erano stati in calo. «Senza tener conto dei tentati suicidi, che restano per lo più sommersi. Anche nel Triveneto zona già normalmente soggetta al fenomeno si sono registrati altri casi; ma il rischio sta aumentando e scendendo anche al centro e al sud».
La triste novità è che «il motivo economico è l’evento precipitante». Secondo il presidente dell’Osservatorio, «i costi psicologici che questa emergenza covid comporterà non vanno sottovalutati, prima di dimenticare avremo cicatrici da rimarginare e di cui ci accorgeremo dopo.
Ma il rischio è una epidemia suicidaria, il fenomeno è in ascesa, ora la gente inizia a toccare con mano la crisi economica, una volta che riprenderanno molti si accorgeranno che non saranno nelle condizioni di riaprire.
Anche la Caritas avverte che chi chiede aiuto si è triplicato ed è cambiata la tipologia di persone, 10 milioni di italiani sono a rischio povertà. Ripeto parlo di picco perchè la concentrazione di casi a grappolo c’è stata nella stessa zona e in un contesto di emergenza, come avvenne con il terremoto di Amatrice». FOnte: Leggo.