I Terremotati di Amatrice attaccano il Governo:”per noi non ha fatto ancora niente…”
Terremotati contro migranti. L’ultima “trovata comunicativa” del Ministro degli Interni Matteo Salvini è la contrapposizione tra disperazioni: “Ci sono ancora migliaia di italiani terremotati fuori dalle loro case. Io mi voglio occupare prima di loro” ha dichiarato il leader leghista su Facebook, riferendosi all’arcinota campagna sui “porti chiusi” (che poi chiusi non sono) e sul “contrasto all’immigrazione clandestina”. Una contrapposizione, quella tra terremotati e migranti, che non ha nessuna ragione di esistere: il governo Conte ha infatti pieni poteri per imprimere una svolta nella ricostruzione del Centro Italia, svolta che però al momento non è neppure all’orizzonte.
Campagna
Proprio per questo l’idea di venire strumentalizzati in una campagna contro i migranti, in un’insensata guerra tra ultimi e penultimi, non va giù ai terremotati. Ne abbiamo parlato con Francesco Pastorella, coordinatore dei Comitati Terremoto Centro Italia, coordinamento che racchiude 114 realtà sorte in tutte e quattro le regioni coinvolte con l’intento di dar voce alle istanze delle decine di migliaia di persone colpite dai terremoti.
Le manifestazioni
“Le manifestazioni e la tenacia che ci ha sempre contraddistinto – spiega Pastorella – ci hanno fatto partecipare ai tavoli inter-istituzionali con governo, regioni, capo uffici ricostruzione, protezione civile nazionale. Questi incontri periodici ci hanno consentito di monitorare da vicino le azioni che venivano messe in opera, sventando decisioni scellerate quali quella della realizzazione della pista ciclabile con i soldi degli sms solidali. Abbiamo organizzato dei gruppi di studio formati da ingegneri, geometri, architetti, geologi, avvocati che ci hanno consentito di districarci nel burocratese delle ordinanze e proporre soluzioni ed emendamenti alcuni dei quali recepiti ed inseriti nei decreti”.
Disastrosa.
Dodicimila posti di lavoro sono andati perduti e il tasso di povertà è in forte crescita, solo la metà delle macerie sono state portate via e appena il 10% delle pratiche di ricostruzione sono state presentate. Di queste, solo il 30 per cento sono state approvate. In questo quadro lo stato psicologico dei terremotati è disastroso ed aumenta il consumo di psicofarmaci. Chi sperava in una svolta nell’ultima legge di bilancio ha dovuto ricredersi, perché non c’è stata nessuna novità di rilievo. In questo desolante quadro, le pratiche di ricostruzione impiegano almeno cinque mesi per essere aperte per la prima volta. Morale della storia: terremotati sotto terra e spopolamento in corso. (Fanpage)