“I cattivi pensieri e lo stress fanno invecchiare prima”. L’elogio alla felicità arriva dagli esperti

9 Settembre 2018 - 10:09

“I cattivi pensieri e lo stress fanno invecchiare prima”. L’elogio alla felicità arriva dagli esperti

I cattivi pensieri ci fanno invecchiare più in fretta. Liberandoci da pessimismo e negatività, al contrario, possiamo cercare di prolungare il periodo d’oro della terza età, quello senza particolari malattie. Lo sostiene Elissa Epel, psichiatra e direttrice dell’Aging, Metabolism and Emotions Center alla University of California, in un articolo dal titolo esplicito “I pensieri accelrano l’invecchiamento?” pubblicato su TED Conference. “I pensieri costantemente negativi tendono ad accelerare l’invecchiamento – dice la Espel -. Chi è depresso tende a subire i danni della vecchiaia prima degli altri, perché le sue cellule invecchiano più precocemente. La “colpa” è dei telomeri, estremità protettive dei cromosomi, che si riducono a ogni divisione cellulare e, quando sono esauriti, impediscono alle cellule di dividersi ulteriormente, facendole invecchiare insieme agli organi. Abbiamo trovato che i depressi tendono ad avere i telomeri più corti rispetto agli altri”.

Il rimedio

“La meditazione può aiutare – spiega la psichiatra -, perché riduce lo stress cronico, che è l’unico davvero dannoso per la salute. Una tecnica efficace è chiudere gli occhi, rilassarsi e focalizzare la nostra attenzione sui pensieri mentre si susseguono, come guarderemmo passare le auto da una finestra. Così impariamo a riconoscere i pensieri negativi e a non farci dominare da loro. Nel 2013 abbiamo condotto uno studio su persone sottoposte a notevole stress cronico: i volontari che prestano assistenza ai malati di demenza senile. Abbiamo diviso il campione in due gruppi che svolgevano due diverse attività per un quarto d’ora al giorno per due mesi: meditare oppure ascoltare musica. Il gruppo che ha meditato aveva una telomerasi più attiva degli altri. Altri studi mostrano che tecniche yoga come il Kirtan Kriya possono aumentare di oltre il 40% la produzione di telomerasi”.

fonte: Repubblica