«Ho preso una famiglia in ostaggio» Ragazzo fa uno scherzo telefonico alla polizia e muore un innocente

17 Settembre 2019 - 13:53

«Ho preso una famiglia in ostaggio» Ragazzo fa uno scherzo telefonico alla polizia e muore un innocente

«Ho preso una famiglia in ostaggio» Ragazzo fa uno scherzo telefonico alla polizia e muore un innocente

Un ragazzo statunitense è stato arrestato dopo che uno scherzo telefonico alla Polizia si è rivelato fatale.

Casey Viner, 19 anni dall’Ohio, è stato condannato a 15 mesi di carcere per cospirazione con il gamer Tyler Barriss a uno scherzo che si è rivelato fatale.

Nella chiamata alla polizia, Barriss ha dichiarato di chiamarsi Shane Gaskill e tenere in ostaggio la propria famiglia.

Tuttavia, quando la polizia è arrivata sul posto ha sparato a un terzo uomo, dal nome di Andrew Finch.

Viner e Barriss hanno confessato di aver fatto la chiamata per vendicarsi del suddetto Shane Gaskin, con cui avevano avuto un alterco mentre giocavano a Call of Duty.

Barriss è stato condannato a 20 anni di prigione lo scorso marzo.

In tribunale, Viner si è dichiarato colpevole di cospirazione e ostruzione alla giustizia. Dopo la condanna è stato bannato da qualsiasi attività di gaming per i prossimi due anni.

Viner si è dichiarato incredibilmente dispiaciuto, dicendo che non aveva mai pensato che potesse nascere una situazione simile.

Il giudice distrettuale Eric Melgren ha tuttavia replicato: “Non diamo verdetti in base alle intenzioni di qualcuno, ma in base ai fatti”.

Il 28 dicembre 2017, Barriss ha chiamato la polizia per dire che aveva sparato al padre e stava tenendo in ostaggio il resto della famiglia.

Ha dato alla polizia quello che pensava fosse l’indirizzo di Mr Gaskill in Kansas.

Tuttavia, l’indirizzo era in realtà quello di Finch, 28 anni.

La polizia si è recata all’indirizzo e ha sparato a Finch, che non era in alcun modo coinvolto nella disputa tra i tre ragazzi.

“Chiamare la polizia fornendo false informazioni non è un gioco, e non è il modo di risolvere una disputa tra gamer” ha spiegato il giudice Stephen McAllister, invitando gli altri gamer a “controllare la propria comunità per assicurarsi che un episodio del genere non si ripeta”. (Tpi)