Ha ucciso due ragazzi ma il giudice lo manda ai domiciliari: una decisone assurda.
Matteo Scapin va agli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari Vito Di Vita ha riqualificato il reato da duplice omicidio volontario a omicidio stradale aggravato e questo alla luce della versione del ragazzo nell’interrogatorio di convalida dell’arresto, che si è tenuto questa mattina 7 agosto in carcere, a Bergamo. «Ho sentito un botto e sono andato nel panico, non volevo uccidere», ha raccontato Scapin, riferendosi al lunotto posteriore della sua Mini, frantumato lungo la strada, dopo avere lasciato la discoteca Setai e prima di travolgere i due ragazzi in Vespa. Luca Carissimi aveva 21 anni ed è morto sul colpo. L’amico Matteo Ferrari, di 18, a un giorno di distanza. Vivevano nello stesso quartiere di Bergamo.
Nella notte tra sabato e domenica, tra Scapin e i due amici era scoppiata una lite nel locale di Orio al Serio. Per pura casualità, si erano poi ritrovati nel parcheggio, si era riaccesa la scintilla e subito dopo, lungo la provinciale Cremasca, è avvenuta la tragedia. Secondo i rilievi della polizia stradale, in base a testimonianze e filmati, Scapin avrebbe puntato e accelerato verso la moto, travolgendola e poi allontanandosi. È vero che il lunotto della Mini era andato in frantumi un attimo prima, mentre era già alla guida (come non è stato chiarito), ma nell’ottica del pm Raffaella Latorraca non sposta l’accusa: non ci sarebbe stata una sbandata, l’auto, lungo la carreggiata libera, ha proseguito e investito i ragazzi. Dunque, l’ipotesi di omicidio volontario. Il giudice sembra invece avere lasciato aperto il dubbio che si sia trattato di un tragico incidente: «Non volevo uccidere, ho perso il controllo», la spiegazione di Scapin. (Corriere)