«ALEX E’ GUARITO E PUO’ TORNARE A CASA» Il padre: «Mio figlio era come morto, ora gioca felice»

19 Aprile 2019 - 18:14

«ALEX E’ GUARITO E PUO’ TORNARE A CASA» Il padre: «Mio figlio era come morto, ora gioca felice»

«ALEX E’ GUARITO E PUO’ TORNARE A CASA» Il padre: «Mio figlio era come morto, ora gioca felice»

Sul tavolo di Franco Locatelli, oncoematologo del Bambino Gesù, da oggi campeggia una nuova fotografia. La sesta della collezione. Dalla cornice gli sorride un bimbo di duee anni, con enormi occhi azzurri. E’ Alessandro Maria Montresor trapiantato a dicembre del 2018 nell’ospedale romano utilizzando le cellule del papà Paolo, le uniche che avrebbero potuto salvarlo da un tipo di immunodeficienza primaria (mancanza totale di difese immunitarie da quando è nato) senza altra alternativa terapeutica.

Nuove difese

Questa settimana a circa quattro mesi dall’intervento ad Alex è stato tolto il catetere venoso centrale servito pei prelievi e infusioni di midollo nel periodo del trattamento intensivo. Significa che è guarito, che è tornato un bambino sano al 100 per cento, che nel suo sangue scorrono soltanto cellule buone. Quelle del padre. «Ha un sistema immunitario perfetto. In ematologia si parla di chimerismo completo. Le cellule del donatore si sono del tutte sostituite a quelle malate che non avrebbero consentito ad Alex di sopravvivere», festeggia la splendida storia Locatelli. Non poteva esserci notizia migliore: «Siamo straordinariamente felici di poter impreziosire con questa guarigione la Pasqua della famiglia Montresor e del Bambino Gesù».

Il ritorno a Londra

Il piccolo ha avuto il permesso dai medici di tornare in Inghilterra, dove abitano i genitori, ambedue italiani. Infatti non è più necessaria la sua presenza a Roma ora che le cure sono terminate. Avrà bisogno soltanto di periodici controlli. Altri 5 piccoli pazienti con la stessa malattia di Alex sono stati trattati e guariti nell’oncoematologia del professor Locatelli, ai primi posti nel mondo. In generale, considerando le immunodeficienze nel lodo complesso, la percentuale di guarigione è del 90%. Non sono miracoli ma il risultato di scienza e umanità ad altissimo livello.

Code in piazza

Alex aveva una malattia chiamata linfoistiocitosi emofagocitica ed era stato trasferito a fine novembre 2018 al Bambino Gesù dall’ospedale Great Ormond Street di Londra dove come prima ipotesi era stato indicato il trapianto di midollo da donatore compatibile. Ma la straordinaria mobilitazione di migliaia di italiani scesi in piazza per il prelievo di saliva (necessario per la tipizzazione), in coda davanti ai banchetti, non ha dato risposte positive. In tutte le banche del mondo non è uscito fuori un donatore adatto ad Alex. Così ha dargli le cellule vivifiche, compatibili a metà, è stato il papà Paolo ritenuto più idoneo rispetto alla mamma.

La rinascita

A febbraio del 2019 la foto di Alex mascherato da leoncino ha fatto il giro dei social. Ora la sua vita da piccolo malato è finita davvero. Paolo Montresor dopo l’annuncio della riuscita del trapianto si era commosso: «Credo sia la stessa emozione che provano le mamme quando partoriscono. Anche io da padre posso dire di averlo fatto rinascere».