Guai per la cantante Arisa, indagata la mamma: «E’ un schifo»

24 Settembre 2019 - 11:32

Guai per la cantante Arisa, indagata la mamma: «E’ un schifo»

Guai per la cantante Arisa, indagata la mamma: «E’ un schifo»

La mamma di Arisa una falsa invalida? Avrebbe truffato l’Inps per 24 mila euro? Secondo la polizia sì. Assunta Santarsiero, 62 anni, compare tra la lista degli indagati a piede libero nell’inchiesta di Potenza che ha svelato uno scandalo di compravendite di falsi certificati medici e attestati di invalidità che ha fatto già scattare sei arresti e vede coinvolte 40 persone. E’ lei la signora che si vede nel video diffuso dalla questura ieri, che mostra in piedi la signora Santarsiero intenta a dedicarsi al giardinaggio. La madre della cantante, abitante a Pignola, un paesino a pochi chilometri dal capoluogo lucano, secondo la squadra mobile di Potenza avrebbe messo in atto una messa in scena per farsi riconoscere dai medici l’invalidità civile e così percepire un’indennità di accompagnamento di 805 euro al mese, che di fatto l’istituto di previdenza le ha versato dal 2017 a oggi, dopo che la signora si era sottoposta a un visita davanti a un medico nominato dal tribunale: in quell’occasione la madre della cantante si era presentata su una sedia a rotelle accompagnata dal marito, affermando di non essere in grado di badare a se stessa non essendo più capace di deambulare né di dedicarsi in autonomia a qualunque gesto quotidiano. Gli investigatori invece nelle carte hanno sottolineato che mentre la signora Assunta si dedicava al giardino, come si vede nel video, “camminava tranquillamente e non dava alcun motivo per pensare che non fosse autosufficiente”.

“Non sto bene, Io sto combattendo contro la ‘Bestia’. La sedia a rotelle? La uso un po’ sì e un po’ no. La prendo sempre quando esco di casa” ha dichiarato a Mattino 5 Assunta Santarsiero. La signora, poi è rincasata claudicante. Risulta anche alla polizia che la mamma di Arisa negli ultimi tempi abbia avuto seri problemi causati da un cancro – la “Bestia”, come la donna ha chiamato la sua malattia – ma secondo gli inquirenti ciò non avrebbe nulla a che fare con i mezzi con cui avrebbe ottenuto l’invalidità civile. Circostanza significativa è anche che i compaesani di mamma Assunta abbiano sostenuto di vederla spesso girare per il paese – che ha salite e discese – e soprattutto di non averla mai incontrata su una sedia a rotelle e neppure zoppicante o con un bastone: “Cammina bene” hanno affermato sicuri.

La mamma di Arisa e l’invalidità ottenuta grazie all’aiuto di un avvocato

Secondo quanto scritto nell’ordinanza di custodia cautelare dal gip di Potenza, la mamma di Arisa sarebbe riuscita a farsi riconoscere l’invalidità grazie all’aiuto di un avvocato e di un intermediario. Agli atti anche alcune intercettazioni in cui si parla di soldi. Se fossero confermati i sospetti, si tratterebbe del medesimo meccanismo riscontrato in tutte le truffe scoperchiate da questa inchiesta, che forse non a caso è stata intitolata “il canto delle sirene”: un’organizzazione per delinquere di cui facevano parte anche medici compiacenti andava a procacciarsi clienti, generalmente anziani, interessati all’affare. Saranno ora i giudici a valutare tutte le prove.

Falsi invalidi, la maxi operazione a Potenza
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Potenza e condotta dalla Squadra Mobile della locale Questura ha evidenziato un “sodalizio criminale composto da faccendieri, medici e avvocati potentini finalizzato al compimento di truffe seriali ai danni dell’Inps che hanno causato all’ente un danno di alcune centinaia di migliaia di euro, tuttavia ancora da quantificare esattamente”. Scrivono i giudici: “Ogni appartenente all’associazione si è occupato di un preciso segmento della condotta criminale volta all’indebita erogazione da parte dell’Inps della pensione di invalidità e dell’indennità di accompagnamento. Alcuni degli indagati si occupavano di reclutare persone anziane intenzionate ad avviare l’iter per il riconoscimento della pensione nonostante mancassero i necessari presupposti, altri provvedevano a creare la falsa documentazione sanitaria e altri ancora a seguire i contenzioni con l’Inps fornendo anche assistenza legale nel caso di diniego della domanda”. (Fanpage)