Crisi di governo. Pressing di Mattarella: «Voglio un nome entro lunedì»

22 Agosto 2019 - 12:38

Crisi di governo. Pressing di Mattarella: «Voglio un nome entro lunedì»
Crisi di governo. Pressing di Mattarella: «Voglio un nome entro lunedì»
Tempi stretti sia per un nuovo governo sia per il ritorno al voto. Colle in pressing sulle forze politiche con l’obiettivo di salvaguardare l’Italia da attacchi speculativi e cercare di evitare l’esercizio provvisorio. Sergio Mattarella questa volta non seguirà lo schema del 2018, permettendo esplorazioni e maturazioni di quadri politici a ritmi caraibici.
Entro oggi il Quirinale intende accertare senza sfumature se c’è una maggioranza che non vuole andare al voto. Visto che Nicola Zingaretti si è già espresso con chiarezza, indicando le condizioni per un eventuale accordo, toccherà a Luigi Di Maio sciogliere la riserva nel secondo giorno di consultazioni, incominciate alle 10 con la delegazione di Fratelli d’Italia.
Zingaretti: «Il Pd ritiene utile provare a costituire un governo di svolta»
Il Pd ritiene «utile» provare a costituire un «governo di svolta» per il quale «abbiamo indicato i primi non negoziabili principi»: primo tra tutti la riconferma della «vocazione europeista» dell’Italia. Queste le parole del segretario del Pd Nicola Zingraretti al termine delle consultazioni al Quirinale. «La prospettiva di costruzione di una nuova maggioranza per noi non è una scelta facile anche a causa dell’eredita pesante che ci ha lasciato il precedente governo e della distanza politica con il M5s: ma siamo preoccupati per situazione».
«Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione diversa maggioranza e l’avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica». ha precisato il segretario del Pd.
Meloni: «Elezioni sono oggi l’unico esito possibile. Noi con la Lega»
«Le elezioni sono oggi l’unico esito possibile, rispettoso dell’Italia, dei suoi interessi, del suo popolo e della Costituzione». Lo ha detto la presidente di Fdi Giorgia Meloni dopo l’incontro col Capo dello Stato. «Là verità è che Mattarella è costretto a scegliere tra due diverse prescrizioni costituzionali: quella che chiede di verificare se esita una nuova maggioranza e quella che dice che la sovranità appartiene al popolo: e questa e prescrizione è tra le più vincolanti della nostra Costituzione».
«Ho sentito Salvini e penso che se si andasse al voto ci sarebbe una compagine formata da Fdi e Lega sicuramente, vedremo cosa fa Fi, e sicuramente sarebbe già maggioritaria». ha poi concluso la leader di Fratelli d’Italia.
Il calendario del secondo giorno di consultazioni:
ore 10, Fratelli d’Italia
ore 11, Partito Democratico
ore 12, Forza Italia
ore 16, Lega
ore 17, Movimento 5 Stelle
Il presidente si aspetta di ricevere l’indicazione di un nome entro lunedì. In caso di incertezze manifeste, Mattarella procederà per conto proprio, scegliendo una premier per l’istituzione di un governo di garanzia con l’obiettivo di portare l’Italia al voto in autunno, forse già il 27 ottobre.
Ma il pressing non è solo sui tempi. Il presidente non si schiera tra chi vuole un nuovo Governo e chi invece vuole le elezioni. Un atteggiamento notarile, ma molto determinato. Dato per scontato che in questa prima fase il suo compito – lo ha detto con chiarezza ai presidenti delle Camere e ai Gruppi che ha incontrato ieri – è quello di registrare la volontà del Parlamento, Mattarella ha spiegato che bisogna fare presto perchè l’Italia ha bisogno di un Governo in carica con una unità di vedute e di intenti. Un Governo deve formarsi quindi in tempi brevi. E non deve essere un governicchio o un esecutivo con la data di scadenza incorporata.
Mattarella ha fatto presente che un nuovo governo non può e non deve essere un Governo contro le elezioni, ma un esecutivo saldo, con una maggioranza politica certificata e, soprattutto, con un programma di respiro per la legislatura. Ecco perchè questa volta il presidente non intende giocare la carta del mandato esplorativo ma punta ad una road map ben precisa.
Già oggi il gruppo Cinque stelle dirà con chiarezza che è finita l’esperienza con la Lega e che intende provare la strada di un nuovo governo con il Pd. Un eventuale secondo giro di consultazionipotrebbe essere concesso solo se, sempre nella giornata di oggi o comunque entro le prossime 48 ore, si consolidi in modo inequivocabile un accordo concreto tra le due forze politiche in Parlamento.
Altro tempo potrebbe essere concesso dopo l’indicazione del nome di un candidato possibile per la presidenza del Consiglio. Tempo per limare i dettagli dell’accordo di legislatura.(IlSecolo)