La guerra a Gaza continua a intensificarsi. Nella notte tra il 18 e il 19 marzo, Israele ha lanciato nuovi raid aerei sulla Striscia di Gaza. Gli attacchi hanno colpito principalmente Khan Yunis e Rafah, nel sud della Striscia. Stando alle informazioni, almeno 14 persone sono morte, portando il bilancio delle vittime a salire. Questo è il secondo giorno di bombardamenti dopo la fine della tregua con Hamas, avvenuta il 18 marzo.
Israele ha giustificato l’operazione come una risposta alla minaccia proveniente da Gaza. Intanto, la politica israeliana si è evoluta con l’approvazione della rielezione di Itamar Ben Gvir come ministro della Sicurezza nazionale. Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Jewish Power, rientra nel governo dopo aver lasciato la carica solo due mesi fa, in seguito all’escalation del conflitto.
A livello internazionale, la ripresa delle ostilità ha suscitato forti reazioni. Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito il ritorno ai bombardamenti un “drammatico passo indietro”. Durante una visita a Parigi, Macron ha incontrato il re di Giordania, Abdallah II, e ha espresso preoccupazione per i palestinesi di Gaza, che stanno vivendo nuovamente nel terrore dei raid aerei. Inoltre, ha evidenziato la difficile situazione degli ostaggi e delle loro famiglie, che sono nel limbo dell’incertezza.
La situazione umanitaria a Gaza rimane critica. La violenza ha causato gravi danni alle infrastrutture e alle abitazioni. Le organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, stanno cercando di offrire supporto, ma la sicurezza continua a essere una grande preoccupazione. Il conflitto, che ha visto alti e bassi nelle trattative di pace, non mostra segni di una rapida soluzione.
Fonte: Fanpage.it
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