Baby gang in azione tra le vie del centro: Botte ad un 40enne affetto da sindrome di Down
Calci e pugni contro un uomo di 40 anni affetto da sindrome di Down. È quest’ultimo la vittima di una baby gang, composta quasi esclusivamente da minorenni, che gli ha provocato varie lesioni prima di fuggire nella serata di lunedì, 1 luglio.
È successo a Taranto, dove le indagini della polizia sono in corso per cercare di ricostruire l’esatta dinamica di quanto successo, dopo aver già ascoltato il protagonista dell’episodio e alcuni testimoni.
Soprattutto, gli inquirenti sono al lavoro per cercare di un nome e un volto agli aggressori e stabilire il movente che li ha spinti a usare tanta violenza. I fatti hanno creato un certo sdegno nella cittadina pugliese. Al punto che lo stesso sindaco, Rinaldo Melucci, è intervenuto sulla vicenda.
“Leggo di una baby gang – ha scritto in una nota il primo cittadino – che ha aggredito a pugni e calci un uomo disabile. Faccio fatica a riferirmi a questi aggressori con termini come baby gang perché rischiamo di dare una denominazione da simpatico fumetto a chi ha perso la via della decenza e della civiltà.
Devo dedurre che a nulla è servito vedere una Procura mobilitarsi per i gravissimi fatti di Manduria”. Il riferimento è al caso del pensionato pugliese, Antonio Cosimo Stano, di 65 anni, morto lo scorso aprile dopo aver subito torture e aggressioni da parte di un gruppo di giovani, che l’avevano preso di mira sottoponendolo a sevizie solo per divertimento sia in strada che nella sua abitazione, in raid che gli inquirenti hanno definito “in stile arancia meccanica”.
“A nulla è valso sapere che un uomo ha perso la vita a seguito di sevizie continue, a nulla è valso vedere propri coetanei privati della libertà a causa di quei fatti – ha detto ancora Melucci -. Vorrei che questi ragazzi comprendessero che questi gravissimi episodi di violenza con il tempo arrecano danni irreparabili non solo alle vittime ma anche agli aggressori.
Chiederò alle istituzioni competenti un confronto per cercare di arginare questa preoccupante deriva educativa. E in questo frangente diventa quanto mai essenziale dare corso al protocollo con la Questura di Taranto, centrato proprio sul contrasto al bullismo, a partire dall’ambito scolastico”. (Fanpage) (Fanpage)