Galli: «A breve casi gravi e morti. Stadi aperti? Troppo presto». «Non possiamo permetterci di rinunciare alle precauzioni. L’Italia, grazie a un serio lockdown, ha una posizione di vantaggio rispetto a molti altri Paesi, che però si può perdere alla prima distrazione».
«A breve casi gravi e morti»
Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’università Statale di Milano e primario dell’ospedale Sacco, in un’intervista al quotidiano La Stampa fa il punto dell’emergenza Coronavirus.
Galli è d’accordo con la linea dura del Comitato tecnico scientifico sui treni: «Capisco i turisti che viaggiano scomodi, ma se devo fare il mio mestiere dico che è meglio aspettare a togliere le distanze».
«Comitato tecnico scientifico troppo duro? I miei colleghi non sono nati ieri. Sembrano severi, ma spesso mi trovo in linea con le loro decisioni».
«Stadi aperti? Troppo presto»
Galli si dice concorde sul provvedimento che ha in qualche modo tenuto chiuse le discoteche: «Vanno ancora evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all’aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine».
Secondo Galli l’aumento dei contagi avrà come conseguenza l’aumento dei ricoverati e dei morti. «È già possibile notare un piccolo incremento dei ricoveri in rianimazione e l’abbassamento dell’età media».
«Su 100 contagiati il virus ne uccide tre o quattro, la gran parte ha un’infezione lieve e da recenti studi circa un terzo ha pochi o nessun sintomo».
«Le vittime sono soprattutto anziani e persone con fattori predisponenti, su cui non c’è chiarezza per cui è bene per tutti continuare a usare le protezioni». E poi precisa: «Il virus non è mutato».
Fonte: Leggo.it