La Procura di Vicenza aveva chiesto la misura della detenzione in carcere per le tre persone, una 31enne italiana e due marocchini, finite venerdì ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una sedicenne. La ragazzina, nata in Italia ma originaria dell’Est Europa, era amica dell’italiana, residente a Trissino: era stata quest’ultima a invitarla, con il consenso dei genitori, a trascorrere il fine settimana, che è diventato un incubo per la vittima, nella propria villa. Secondo l’accusa, la 31enne avrebbe “svenduto” la giovane per la droga.
Per gli investigatori, la vittima è stata costretta sotto costrizione psichica e fisica ad assumere hashish e cocaina prima della violenza ripetuta. Gli altri due arrestati sono due marocchini di 27 e 28 anni, regolarmente impiegati in imprese di Arzignano e San Bonifacio (Verona).
I fatti sono avvenuti alla fine di ottobre e la denuncia è stata formalizzata dai genitori della ragazza nella prima decade di novembre, dopo che quest’ultima si era confidata con loro. Non ci sono filmati a testimoniare la violenza ma i militari sono risaliti a chat e conversazioni in cui i tre arrestati punterebbero a far ricadere sull’adolescente la responsabilità dell’accaduto, sostenendo di non aver capito che si trattava di una minore.
“Hai venduto mia figlia ai marocchini per la droga”, ha scritto il padre in un messaggio inviato alla donna arrestata, che è rimasta impassibile e ha replicato sostenendo la sua tesi: “Tutto quello che tua figlia ha fatto a casa mia era consapevole, io non ho costretto nessuno e sua mamma sapeva che veniva da me per divertirsi”.
La 31enne ha ammesso che c’è stato un rapporto sessuale, ma secondo la sua versione sarebbe stato del tutto consenziente. La 16enne invece ha raccontato di essere stata stuprata prima da un uomo, poi dall’altro. Poi dai due, assieme alla partecipazione attiva della 31enne con l’uso di sex toy.
Fonte: Leggo