La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha condannato all’ergastolo Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, confermando la sentenza emessa in primo grado nel novembre scorso. Esclusa l’aggravante della premeditazione, confermate invece quelle del rapporto di convivenza e della crudeltà.
La difesa di Impagnatiello aveva chiesto ai magistrati di non riconoscere queste ultime, premeditazione su tutte, impugnando la sentenza di primo grado per provare a ottenere una riduzione della pena. Per gli avvocati del barman il gesto non fu infatti programmato ma rappresentò il culmine di una sequela di errori non pianificati. Il 27 maggio del 2023 Impagnatiello colpì la fidanzata Giulia Tramontano con 37 coltellate, togliendo la vita a lei e al loro bambino, Thiago, che la giovane portava in grembo da già sette mesi. Giulia aveva scoperto della relazione parallela che il fidanzato intratteneva da tempo con una collega di lavoro.
Secondo l’accusa invece, una volta sbugiardato dalle due donne dopo che queste si erano confrontate in un bar del centro di Milano, Impagnatiello avrebbe premeditato l’aggressione. Piano che sarebbe confermato anche dal fatto che, una volta a casa, “Impagnatiello ha riposto il tappeto e spostato il tavolo e invia il messaggio a Giulia ‘avvisami quando stai per tornare’”. Poi ha atteso che Tramontano “chiudesse la porta di casa e con freddezza l’ha colpita alle spalle”.
Prima dell’udienza, Franco Tramontano, padre della vittima, ha scritto su Instagram: “Vivrai in eterno nei cuori di chi ti ha sinceramente amata. Ai quali hai donato la tua infinita dolcezza, gentilezza e bellezza”.
Fonte: SkyTg24
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