IL LOCKODOWN. Gli effetti del lockdown hanno avuto ricadute catastrofiche su aziende e attività commerciali; alle cui basi ci sono interi nuclei famigliari che fanno fatica ad arrivare a fine mese, complici anche gli scarsi; ma pur sempre utili, aiuti economici statali.
L’AFFITTO. Succede quindi che chi non possiede una casa di proprietà e vive in affitto, abbia grossi problemi a saldare le rate del medesimo. E se da un lato lo Stato ha bloccato gli sfratti, dall’altro tali rate andranno coperte presto o tardi; per evitare che la procedura di allontanamento diventi esecutiva una volta terminata l’emergenza Covid.
A MILANO. Per questo motivo il Comune di Milano ha annunciato un bando per aiutare le famiglie morose incolpevoli; stanziando un milione di euro che possa aiutare tutti coloro i quali hanno subìto “una significativa perdita di reddito”. Tale bando, si legge in una nota inviata dal Comune di Milano, “ripartisce il fondo statale appositamente creato”.
IN COSA CONSISTE. L’assessore milanese alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti ha dichiarato che si tratta di un “provvedimento annuale che assume un significato diverso”. L’aiuto economico, “si aggiunge a quello del contributo per l’affitto il cui avviso è aperto ancora fino al 20 maggio”.
UN MILIONE DI EURO. Il milione di euro messo a disposizione è indirizzato non solo a chi ha patito gli effetti del lockdown. L’assessore Rabaiotti lo considera “un aiuto concreto per alleviare il peso di una situazione in cui pensiamo si trovino diversi concittadini”.
CHI PUò RICHIEDERLO. Chi può fare domanda per ricevere l’aiuto economico? I cittadini italiani possono presentare un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) pari o inferiore a 26.000 euro.
COME FUNZIONA. Inoltre, i beneficiari devono essere in possesso e titolari di un contratto di locazione “da almeno un anno”, oltre ad avere una “procedura di sfratto per morosità già avviata”. Questo perché uno sfratto per diventare esecutivo può impiegare anche anni, motivo per cui il blocco attuale, che non si sa allo stato attuale delle cose per quanto si protrarrà, non garantisce l’annullamento in un futuro dell’allontanamento forzato dal domicilio.
I RICHIEDENTI. I richiedenti, poi, dovranno essere riconosciuti quali o recentemente licenziati, o posti in cassa integrazione, “aver vissuto cambiamenti importanti del proprio nucleo familiare e quindi della propria condizione economica a seguito di decessi, malattie, separazioni, nascite di figli”, si legge. Fonte: Fanpage.