Ecco il coltello che ha ucciso Mario Cerciello Rega, colpito per ben 11 volte da Elder Lee.
Ecco il coltello con cui è stato ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Finnegan Lee Elder l’aveva portato con sé: Ka-bar è il pugnale da trincea dei Marine, lama adoperata nella seconda guerra mondiale dalle forze armate Usa: ha una lama come quella di una baionetta, lunga 18 centimetri, e il giovane americano non ha esitato ad usarla.
L’ha conficcata per 11 volte sul corpo di Mario Cerciello Rega. Il collega militare era impegnato in un corpo a corpo con Christian Gabriel Natale Hjorth. Per questo, forse, non ha tirato fuori la pistola. Poi, i ragazzi sono scappati, mentre Variale si è gettato sul collega ferito. Poi, la corsa a perdifiato verso l’auto di servizio per dare l’allarme di soccorso alle pattuglie di zona. A sirene spiegate è arrivata l’ambulanza. All’ospedale Santo Spirito, Mario Cerciello Rega è arrivato in condizioni disperate ed è morto poco dopo.
«Non sapevo che avesse il coltello». Christian Gabriel Natale Hjorth scarica l’amico Finnegan Lee Elder, il responsabile delle undici coltellate che hanno ucciso Mario Cerciello Rega. Natale prende così le distanze dall’amico, tentando di differenziare le posizioni.
Dopo le dichiarazioni di venerdì, adesso anche il suo avvocato Emiliano Sisinni marca le diverse situazioni processuali: «La sua posizione è estranea all’imprevedibile condotta di Lee che ha portato alla morte del servitore dello Stato».
Intanto emergono nuovi dettagli sugli ultimi istanti di Rega: «Aiuto, mi stanno ammazzando», gridava il militare. Il vicebrigadiere dell’Arma è crollato a terra per le coltellate sferrate da Elder, mentre il collega Andrea Varriale era impegnato in un corpo a corpo con l’altro ragazzo americano. Non è riuscito a reagire alle pugnalate Rega. Non compare nessuna ferita sulle braccia, ultima traccia del tentativo di parare il coltello. Il primo colpo fatale, come emerge dall’autopsia, è al cuore. Non gli lascia scampo. Solo un grido disperato d’aiuto, come hanno poi ricostruito gli investigatori. (Leggo)