“È solo un gioco, non facciamo niente di male”. Rispondeva così, don Michele Mottola, il parroco di Trentola Ducenta (Caserta) arrestato per abusi su minori, quando la piccola di 11 anni tentava di tenerlo alla larga. Quando gli diceva di lasciarla stare, che non voleva essere toccata da lui. E poi parole, sussurri, ammiccamenti. Quelli che la ragazzina aveva raccontato ai genitori e agli inquirenti, ma che il sacerdote, ora in carcere per abusi su minori, aveva liquidato come “farneticazioni”, invenzioni, menzogne.
Che non fossero bugie, ha dovuto provarlo la stessa ragazzina che, benché avesse solo 11 anni all’epoca dei fatti, si era accorta che quelle attenzioni andavano oltre quelle che un sacerdote dovrebbe riservare ai bambini. E così ha iniziato a registrare, per avere sul telefonino una prova di quello che succedeva e far vedere anche “ai grandi” che stava dicendo la verità. I file audio, insieme alle testimonianze e ai messaggi, sono finiti nel materiale raccolto nell’inchiesta che ha portato alla misura cautelare in carcere, eseguita dagli agenti del commissariato di Aversa della Polizia di Stato, guidato dal dirigente Vincenzo Gallozzi.
Le registrazioni, che la bimba aveva fatto da sola e su propria iniziativa, erano state consegnate nel maggio 2019 ai poliziotti del commissariato di Aversa e fatte ascoltare alla Diocesi di Aversa, che subito aveva sospeso il sacerdote e per poi avviare un processo canonico che è ancora in corso; della situazione era stata informata la Procura di Napoli Nord. Nel corso dell’incidente probatorio, che ha messo il sacerdote di fronte alla bambina, la piccola ha confermato quelle accuse già sostenute mentre don Mottola si è difeso dicendo che si trattava di farneticazioni.
fonte: Fanpage