«E’ solo raffreddore» Curato con aerosol, neonato muore di polmonite
Tosse molto forte e piccoli svenimenti. I genitori lo hanno portato all’ospedale Maria Vittoria di Torino. I medici lo hanno visitato e diagnosticato una rinite: un’infiammazione delle vie aeree. Quindi gli hanno prescritto dell’aerosol, ma una volta a casa Giacinto è morto. Adesso la Procura ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, per omicidio colposo: l’autopsia parla di broncopolmonite ‘ab ingestis’, provocata da un virus entrato nei bronchi assieme a una piccola quantità di latte andato “di traverso”, ma la causa esatta del decesso si saprà soltanto tra qualche mese, dopo che verranno svolti ulteriori accertamenti. “Noi non siamo medici – ripetono i genitori – Il nostro bimbo stava male e siamo andati all’ospedale. Abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato consigliato, ma non è bastato. Ci hanno detto che tossiva per un colpo di freddo, un malanno passeggero, normale nei neonati. Ma nostro figlio è morto”.
“È raffreddato, fate l’aerosol”
Giacinto non mangiava più, vomitava, passava intere giornate a dormire. Così il 31 gennaio, i genitori si sono rivolti alla pediatra di fiducia. “Ci ha dato delle gocce e ci ha detto che, se la situazione non fosse migliorata, saremmo dovuti andare in ospedale” raccontano. Così, alle nel cuore della notte del primo febbraio, mamma e papà si sono presentati al pronto soccorso del Maria Vittoria. “Una visita durata non più di un quarto d’ora – spiegano – L’hanno dimesso per una rinite e gli hanno prescritto l’aerosol. Abbiamo cercato la più vicina farmacia di turno, avremmo fatto qualunque cosa per nostro figlio”. Lui, marocchino 40enne, in Italia da 23 anni, sgombera cantine e aiuta nei traslochi. Lei, italo marocchina di 28 anni, è disoccupata. Si sono fidati dei medici, seguendo passo passo le prescrizioni: aerosol con 2 millilitri di soluzione fisiologica e mezza fiala di Clenil per quattro volte al giorno, come precisa
La Stampa. “Da rivedersi se peggioramento clinico o difficoltà ad alimentarsi o scarsa reattività o febbre”, si legge nel foglio di dimissione. Ma non c’è stato neanche il tempo di una seconda visita. Le condizioni di Giacinto si sono aggravate in meno di 48 ore. “Non respirava, era livido in volto”. La mattina del 2 febbraio i genitori hanno chiamato il 118, ma Giacinto è morto poco dopo essere arrivato all’ospedale. “Abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato detto di fare. Ora vogliamo solo giustizia” ribadisce il papà. “Continuiamo a guardare le sue foto: è tutto ciò che ci rimane” prosegue, straziato, l’uomo.
I parenti accusano i medici
I genitori di Giacinto si sono rivolti ad un avvocato e la zia ha denunciato l’accaduto sui social. “Mio nipote ci ha rimesso la vita – sostiene la parente – ma poteva capitare ad altri”. E quindi punta il dito contro i medici: “Questa cosa non deve succedere mai più – dice – non deve succedere a nessun bambino. E, soprattutto, chi ha sbagliato deve pagare…”. La procura ha avviato i primi accertamenti. Le indagini procederanno con cautela. Il sostituto procuratore Alessandro Aghemo, che coordina le indagini, ha chiesto acquisizione della documentazione medica. Per stabilire le cause del decesso di Giacinto saranno necessari gli esiti dell’esame istologico. (Fanpage)