E’ morta la 11enne che hanno fatto partorire dopo uno stupro

12 Marzo 2019 - 12:27

E’ morta la 11enne che hanno fatto partorire dopo uno stupro

E’ morta la 11enne che hanno fatto partorire dopo uno stupro

È morta proprio nel giorno della festa delle donne, la neonata partorita da Lucia (nome di fantasia) 11enne di Tucumán. Era nata il 27 febbraio con parto cesareo. Una decisione che aveva innescato enormi polemiche nella società, che peraltro in questi ultimi mesi ha visto bocciare dal senato argentino una nuova legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. La famiglia aveva difatti chiesto un intervento di aborto, ma la giustizia lo ha negato, ordinando per Lucia il cesareo. Aborto che, peraltro, rientra nella legalità in quei casi di violenza sessuale e pericolo di vita per la gestante.

E così, dall’ospedale intitolato proprio a Eva Perón, hanno comunicato il decesso della neonata che era nata alla 25esima settimana, con un peso di appena 660 grammi. Il fatto è accaduto in Argentina, dove l’aborto è illegale, a meno che non sia comprovata la violenza sessuale o se la gravidanza mette a rischio la vita della gestante. In caso di trasgressione si rischiano fino a quattro anni di carcere.

Lucia ha fatto richiesta per subire l’aborto, ma medici e legali continuavano a tergiversare, a rifiutare di praticarlo appellandosi a “convinzioni personali”. Per oltre un mese ha atteso una risposta positiva, mentre la gravidanza andava avanti. In quel mese per due volte ha tentato di togliersi la vita. Lucia, come detto, è stata infine sottoposta a un cesareo d’urgenza e il figlio non è sopravvissuto. La sua vicenda ha scatenato un’ondata di manifestazioni femministe in Argentina.

Le associazioni accusano di aver sfruttato la sua storia per farne propaganda politica, di aver speculato sulla pelle di una undicenne: una bambina, non una madre. La mobilitazione si è spostata anche sul web, dove in tanti – comprese note attrici argentine – stanno postando una propria foto da piccole, accompagnata dall’hashtag #NiñasNoMadres: bambina, non madre. Uno scatto tratto dall’infanzia, che si legge nei post, “dovrebbe esser privata della responsabilità di crescere la figlia del proprio stupratore”.

Sei anni fa la bimba era stata affidata alla nonna e al suo compagno dopo che il partner della madre aveva abusato delle sue figlie maggiori pensando di proteggerla. Ma nell’autunno scorso, l’uomo, trovatosi solo con lei in casa, non aveva esitato a usarle ripetutamente violenza. Il 23 gennaio scorso l’11enne ha scoperto di essere incinta. (Caffeina)