“Drogato e delinquente per una canna?”. Franco Antonello parla del figlio in fin di vita
“La gente ora giudica, critica, condanna. Allora la faccio io una domanda: pensate forse che la morte non sia una punizione sufficiente anche per noi? Giulia faceva parte della nostra famiglia. Abitava con Alberto da qualche mese, erano lì a pochi metri da casa mia, belli e felici”: a pronunciare queste parole, mentre attende notizie sulle condizioni del figlio di diciannove anni coinvolto in un drammatico incidente stradale la mattina del 1 novembre, è Franco Antonello, il papà diventato famoso per l’altro figlio, il primogenito autistico Andrea, la cui storia ha ispirato libri e anche il film di Gabriele Salvatores “Tutto il mio folle amore”, da pochi giorni nella sale. L’imprenditore di Castelfranco Veneto non può condannare il figlio Alberto per quanto accaduto. “Come si può bollare come delinquente un ragazzo di 19 anni per una canna? Come si può dimenticare tutto ciò che di buono ha fatto fino a questo momento per un errore, per un colpo di sonno?”, le parole di Franco riportate da Repubblica a poche ore dalla tragedia che vede protagonisti la sua famiglia e quella della fidanzata del figlio, la diciottenne Giulia Zandarin, morta sul colpo nello schianto di Musile di Piave. Alberto invece è finito in coma: le sue condizioni restano gravissime.
Il papà che ha ispirato Salvatores: “Per mezzo grammo di erba si butta dal precipizio un ragazzo” – La tragedia di Musile di Piave si è consumata dopo la notte di Halloween, quando la coppia di fidanzati era andata a ballare in una discoteca di Jesolo. Quella notte la polizia aveva fermato il diciannovenne per un controllo: in auto c’erano sei persone e anche una piccola dose di hashish. Ad Alberto Antonello, neopatentato, avevano ritirato la patente e lui invece di tornare a casa ha usato il permesso provvisorio di guida per andare in discoteca. Al mattino l’incidente mortale, con Alberto e Giulia che si schiantano contro albero. Lei muore, lui finisce in coma e lo trovano positivo all’alcol con 0,76. “Ho visto Alberto giovedì sera” ricorda il papà. “Ci siamo abbracciati, mi ha detto: tranquillo papà, vado piano. Lui e Giulia erano fidanzati, sono usciti come fanno tanti altri ragazzi della loro età ed è successa questa tragedia. Davvero vogliamo giudicare questo?”. E ancora, lo sfogo dell’uomo riportato dal quotidiano: “Per mezzo grammo di erba si butta dal precipizio un ragazzo che ha commesso un errore. Fatale, certo, e il tempo non potrà mai cancellare questo dolore. Ma è pur sempre un errore. Mi piacerebbe percepire uno spirito di sostegno, vorrei che le persone utilizzassero le energie per aiutare e non per demolire, vorrei che chi ci conosce si rendesse conto che siamo sempre noi, che non siamo cambiati. Fino a due giorni fa eravamo una famiglia piena di valori. Ora non possiamo essere diventati delinquenti”.
Fonte: Fanpage.it