Droga in auto, patente ritirata, ma vanno alla festa. Poi lo schianto: Giulia muore a 18 anni, grave l’amico
Le due feste, i controlli della polizia, l’hashish e l’alcol, la patente ritirata e, infine, lo schianto fatale. Sintetizzarla in poche parole è impossibile, ma la sequenza della lunga e tragica notte di Halloween tra Castelfranco e Jesolo, è esattamente questa. A perdere la vita, una 18enne di San Floriano, Giulia Zandarin, mentre il suo fidanzato, Alberto Antonello, 19, è ricoverato in ospedale a Mestre in gravissime condizioni. Ieri mattina, alle 8, il giovane trevigiano ha perso il controllo della sua Mercedes, finendo fuori strada sulla Ss 14, a Musile. L’auto – su cui viaggiavano in sei – si è ribaltata ed è finita contro un albero. Quando sono arrivati i soccorsi, il cuore di Giulia aveva già smesso di battere.
LA SERATA
La serata comincia nella loro Castelfranco, a una festa in zona. Ma il programma è solo all’inizio: i ragazzi salgono in macchina per proseguire la notte al King’s. L’idea è quella di fare mattina e di fermarsi a dormire sul litorale, per poi tornare a casa il giorno dopo con calma. Qualcosa, però, va storto perché sull’auto nuova di Alberto salgono in sei. Troppi per una Classe A.
Per Halloween, come ogni anno ormai, a Jesolo ci sono posti di blocco ovunque. Uno di questi è all’altezza della rotonda Picchi. La pattuglia della polizia alza la paletta, e i ragazzi vengono tutti controllati. Dalle tasche di Alberto, spunta mezzo grammo di hashish. Quantità minima, sufficiente per un paio di spinelli. Nessuna denuncia quindi, ma come previsto dalla legge scatta immediatamente il ritiro della patente. Il ragazzo è lucido e l’auto non viene fermata, ma gli agenti consegnano ad Alberto l’attestato provvisorio: quello, cioè, che gli permette di tornare a casa senza patente a patto, però, di scegliere il percorso più breve. Alberto e Giulia, insieme agli amici, vanno alla festa (che, come stabilito dal pm di turno Fabrizio Celenza, era comunque sul percorso del ritorno per cui compatibile con il tracciato più breve). Alla fine della notte, intorno alle 7.30 del mattino, Alberto cambia idea e decide di non fermarsi a Jesolo. Forse teme di invalidare il permesso per rientrare allungando il percorso per raggiungere l’alloggio. E allora, insieme a Giulia, si rimette sulla strada per Castelfranco.
L’INCIDENTE
Alberto si mette alla guida, e arrivato a Musile, perde il controllo dell’auto e finisce fuori strada. La Mercedes si ribalta e finisce contro un albero e i pompieri, per liberarli da quell’abitacolo schiacciato, devono ricorrere a martinetti idraulici e cesoie. Giulia muore, Alberto viene portato in elicottero all’ospedale dell’Angelo di Mestre, in condizioni gravissime. Ricoverato in Rianimazione, è in prognosi riservata. Nella tarda mattinata, il responso degli esami del sangue: Alberto aveva un tasso alcolemico fuori dai limiti. Che per lui, in quanto neopatentato, sarebbe zero. Il pubblico ministero di turno, Fabrizio Celenza, chiederà una perizia per togliere qualunque dubbio sulla dinamica. Innanzitutto se l’auto sia uscita da sola e non siano coinvolti altri mezzi. L’altro dubbio è sulla velocità. L’ipotesi principale dei carabinieri, che hanno in mano l’indagine sul caso, al momento, è che a tradire Alberto possa essere stato un colpo di sonno. In questo momento, però, hanno priorità assoluta le condizioni di salute del 19enne.
IL PRECEDENTE
Le tragedie della notte continuano ad essere una spina nel fianco per Jesolo. Il precedente che tutti ricordano è quello del 14 luglio, quando l’auto di cinque ventiduenni di San Donà e Musile venne speronata da un 26enne ubriaco e spinta fuori strada, in un fossato. Morirono in quattro: Riccardo Laugeni, Eleonora Frasson, Leonardo Girardi e Giovanni Mattiuzzo. Da quella drammatica notte, a Jesolo ogni fine settimana vengono organizzati controlli serrati mirati proprio a limitare il fenomeno della guida in stato di ebbrezza. Proprio in uno di questi servizi straordinari, infatti, era stata fermata anche la Mercedes di Alberto. (Leggo)