Un drappo nero pende da un albero. A terra, un mazzo di fiori con la scritta “resterai per sempre nei nostri cuori.” È l’omaggio a Emanuele Tufano, 15enne ucciso in una sparatoria all’alba del 24 ottobre tra via Carminiello al Mercato e Corso Umberto I. Il giovane, incensurato, abitava nel rione Sanità, dove la famiglia gestisce due attività di ristorazione.
Sulla dinamica dell’omicidio si indaga. La pista principale ipotizza uno scontro tra bande di giovanissimi armati. La notte dell’incidente, diversi minorenni sono stati interrogati dai magistrati in Questura. L’obiettivo è scoprire cosa sia realmente accaduto.
Nella notte della tragedia, si è verificato un inseguimento. Tufano e altri due minorenni stavano scappando lungo via Carminiello. Proiettili sono stati ritrovati lungo quasi duecento metri, colpendo anche vetrine di negozi e auto parcheggiate.
Un unico proiettile ha raggiunto Emanuele alla schiena, uccidendolo all’istante. Gli altri due ragazzi, in sella a uno scooter, sono arrivati al Pronto Soccorso: uno, 17 anni, ferito a una spalla, è stato operato; l’altro aveva escoriazioni e un trauma cranico, ed è stato medicato e dimesso.
Ieri, fiori e drappo nero sono stati deposti su Corso Umberto I e vicino alla scuola di Emanuele, l’istituto Caracciolo. Sui social sono comparsi messaggi d’addio, ricordando la dolcezza e timidezza del ragazzo.
La Squadra Mobile della Questura di Napoli, diretta da Giovanni Leuci, guida le indagini sotto il coordinamento delle Procure ordinaria e minorile. Gli interrogatori dei giovani sono proseguiti fino a tarda notte, ma nessun provvedimento è stato ancora emesso.
Si attende, nelle prossime ore, una possibile svolta con l’emissione di un fermo.
Fonte: Fanpage
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