“Dov’è mio padre?”. Preside morto di Covid, sepolto per errore tra “i senza famiglia”

19 Maggio 2020 - 12:49

“Dov’è mio padre?”. Preside morto di Covid, sepolto per errore tra “i senza famiglia”

“Dov’è mio padre?”. Preside morto di Covid, sepolto per errore tra “i senza famiglia”
Deceduto di Covid il 23 marzo, ma per errore un preside in pensione è stato sepolto al campo dei «senza famiglia», dove vengono messi i deceduti che non hanno più parenti che ne reclamano la salma.

Un errore terribile che spiega la situazione con una telefonata avvenuta il 27 marzo, 4 giorni dopo la morte, tra una delle figlie dell’uomo con una dottoressa del Fatebenefratelli, dove era ricoverato.

Come riporta il Corriere della Sera, la fatica del medico, l’aumento dei morti negli ospedali potrebbero essere stata la causa del disguido, uniti al fatto che la famiglia non poteva muoversi per il lockdown. La telefonata è di quelle dai toni scioccanti.

«Buongiorno – ricostruisce il quotidiano – purtroppo devo informarla che sua madre è deceduta». «Ma come? – la risposta della donna —. Mia madre è morta anni fa. È mio padre che è deceduto. Mi avete già avvertito lunedì sera». «Ah, mi dispiace tanto. Mi scusi per l’errore. È che qui non sappiamo più dove mettere i morti».

Il 16 marzo, il Comune aveva modificato la disciplina delle sepolture. L’ordinanza firmata dal sindaco stabilisce che si debba individuare un campo al cimitero Maggiore «per l’inumazione dei defunti, per i quali i familiari dolenti non forniscano indicazioni sulle  modalità dei servizi funebri da effettuare».

Altro equivoco è dovuto al fatto che ai famigliari hanno detto di rivolgersi o alle pompe funebri o al Comune. La famiglia ha inteso che sarebbe stato uguale e così il professore è finito nella lista dei deceduti ai quali le famiglie sono «disinteressate».

Ed è quindi stato sepolto al Campo 87 nella tarda mattinata del 4 aprile, dodici giorni dopo la morte. Potrà essere riesumato tra due anni, ancora a spese del Comune, e a quel punto collocato dove vuole la famiglia.
Fonte: Corriere.it